di Anna Foti – E’ stato tra i padri costituenti più longevi. L’ultimo, il lucano Emilio Colombo, è morto nel giugno 2013. Vincenzo Mazzei, invece, era calabrese. Originario di Nicastro, classe 1913, aveva 97 anni quando si è spento a Lamezia Terme. Avvocato formatosi politicamente nelle fila repubblicane con il padre e con il nonno, fu eletto deputato dell’assemblea Costituente nel giugno 1946 (2.646 voti), in quella circoscrizione di Catanzaro dove oltre trecento mila calabresi votarono la Repubblica e oltre cinquecento mila la Monarchia, risultando comunque in minoranza rispetto alla maggioranza di un paese che non voleva più un re.
Il repubblicano mazziniano,Vincenzo Mazzei, rappresentò il PRI in parlamento fino al 1948, ed è ritenuto autorevole espressione del socialismo libertario e associativo, ispirato tra gli altri anche a Carlo Pisacane. Il suo percorso politico fu particolarmente travagliato al punto che nel 1955 lasciò il Pri per confluire nel partito Socialista.
Laureato in giurisprudenza e scienze politiche, esercitava la professione di avvocato con residenza a Roma dove era docente di storia delle dottrine politiche e di filosofia del diritto presso l’università. Nel 2010 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio di cordoglio alla moglie Maria Luisa e alla famiglia, ha ricordato «l’impegno all’Assemblea Costituente, il rigore morale e civile e l’appassionata militanza politica, sempre dedita alla testimonianza dei valori di libertà, di legalità e di giustizia sociale».
C’era anche un reggino tra coloro che furono nominati Senatori di diritto il 18 aprile del 1948, a seguito delle prime Elezioni politiche indette dopo l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana. Si tratta di Eugenio Musolino, nato a Gallico di Reggio Calabria nel giungo del 1893. Fu nominato Senatore di diritto insieme altri Deputati della Costituente che, come lui, contribuirono alla stesura del testo Costituzionale dopo il referendum Istituzionale che segnò al fine della Monarchia e l’inizio dell’era Repubblicana, il 2 giugno del 1946. Come lui, anche gli altri Deputati della Costituente, nominati Senatori di diritto, avevano scontato più di cinque anni nelle carceri fasciste. Nominato di diritto nel 1948, Eugenio Musolino sarebbe poi stato eletto alla Camera dei Deputati nel 1953 e avrebbe poi ricoperto anche l’incarico di Vicepresidente della Commissione Giustizia.
Da oggi un po’ meno dimenticato il padre costituente di Gallico, a Reggio Calabria, Eugenio Musolino, deputato e senatore della Repubblica spentosi a Reggio nel settembre del 1989. Scoperta soltanto alcuni anni fa una lapide presso la sua casa natale a Gallico in piazza Calvario, su iniziativa delle associazioni culturali Anassilaos e Nuovo Giangurgolo, che ha anche curato la pubblicazione del volume curato da Maria Rosaria Pensabene che ama definire Eugenio Musolino come ‘un umanista rivoluzionario’. Pagine che ripercorrono la vita del gallicese che contribuì a scrivere la Costituzione, la cui storia oggi è ancora troppo sconosciuta.
Interventista in occasione della Prima guerra mondiale, interrompe gli studi giuridici intrapresi all’Università di Messina per partire volontario e combattere al fronte. Riceve una medaglia di Argento al Valore militare ma qualcosa dentro di lui è già cambiata.
Da quel ritorno il suo impegno si rivolge ai contadini, ai diritti negati, allo sfruttamento ed alle angherie degli agrari.
Dopo avere completato gli studi interrotti per andare al fronte, nel 1920 si laurea in Legge e, mentre esercita la professione forense, aderisce anche al Socialismo, fondando anche la sede locale del partito.
Il passo dal Socialismo al Comunismo è breve e nel 1926 diviene dirigente della Federazione di Reggio e segretario di Soccorso Rosso. Una scelta che pagherà con la condanna a 18 anni di carcere, di cui ne sconterà quindici, sotto il regime fascista. Tornerà libero solo nel 1943 con la caduta del regime.
La fede politica, seppure motivo di persecuzione nella sua vita, non si spegne e, tornato in libertà, Musolino è tra i rifondatori della Federazione Provinciale del Partito Comunista. Il suo impegno politico lo ha portato a segnare la storia politica ed anche amministrativa del nostro territorio, essendo stato eletto in consiglio Provinciale a Reggio e avendo anche avuto un posto tra gli scranni di quello Comunale per 14 anni consecutivi, dal 1946 al 1960.