Ruceviamo e pubblichiamo – L’Italia ha bisogno di aumentare la propria ricchezza per poterla distribuire e invertire l’attuale tendenza alla diffusione sempre più ampia e preoccupante della povertà. La Calabria a sua volta ne ha bisogno ancora di più. Molto di più. Da qui la necessità di aumentare la produttività ed il valore aggiunto delle imprese, che si traduce in ricchezza generale e occupazione. Come? Aumentando la competitività del sistema. E’ necessario mettere mano urgentemente al sistema dei trasporti e alla logistica e predisporre un piano serio ed efficace. La Germania lo ha capito da sempre, il Marocco vi sta lavorando da 10 anni. Noi ci siamo arrivati in ritardo e abbiamo la necessità di recuperare il tempo perso. Basta con le infrastrutture realizzate a metà, basta con le ferrovie che non si incrociano con i sistema viario, con i porti e gli aeroporti disconnessi con tutto il resto. Basta con i territori isolati, si deve puntare sulla logistica per far ripartire la Calabria, si devono interconnettere i diversi modi di trasporto ottimizzando tempi e costi e soprattutto servizi al territorio, insieme alla logistica le aree Zes, le aree economiche speciali. Ora, dopo l’istituzione delle aree Zes, si dovrà passare alla fase operativa. C’è il rischio che le Zone Economiche Speciali condannino le altre aree al declino laddove creassero delle disparità non solo logistiche ma anche fiscali?
Partiamo dalle condizioni fissate dalla norma che prevede che le Zes devono essere istituite nelle aree retro portuali per ovvie ragioni di vantaggi logistici e che moltiplicherebbero i vantaggi fiscali e burocratici. Partiamo dalle condizioni fissate dalla norma.
Ma perché la Zes è estesa a tutta la regione e non solo a Gioia Tauro? Sicuramente l’obiettivo sarà quello di tessere una rete, con epicentri retro portuali. A quel punto chi ha più filo da tessere, tesserà e vincerà. La competizione dovrebbe essere straordinaria e metterà le ali ai piedi, nelle are interessate da Zes, sempre se vi sia una logistica efficiente.
Nessuno si cullerà dalla rendita di posizione a suo esclusivo vantaggio. Forse qualcuno potrebbe obiettare che si perde la specificità della singola dimensione portuale, e di conseguenza l’efficacia dell’intervento; ma non è cosi, basti guardare le aree Zes già presenti in Europa, si sono realizzati veri e propri porti-Nazione, che estendono il loro raggio di influenza retro portuale sino a 200/250 km di distanza.
Con l’istituzione delle diverse aree Zes in Calabria, dobbiamo iniziare a immaginare un unico sistema retro portuale Calabrese, con regime fiscale semplificato, burocrazia zero e servizi logistici efficaci e garantiti, tutti ai blocchi di partenza, ma la logistica Calabrese?
Essa gioca una funzione strategica per assicurare la competitività dell’aziende, il legame tra Zes e logistica è stretto, è un settore in profonda trasformazione, non è più decisivo dove sta lo stabilimento ma sono determinanti gli strumenti per inviare la merce e che consentono di farla seguire in tempo reale. C’è questo scarto culturale e operativo che sta facendo saltare un po’ tutti. Questo porta un cambiamento epocale di informazione, di formazione e fa rinascere l’attività logistica.
Se ben amministrate e se istituite tenendo conto delle peculiarità specifiche del territorio in cui nascono, le Zes possono generare sinergie tra grandi imprese e piccole – medie imprese, sinergie tra imprese straniere e imprese italiane, possono essere luoghi di sviluppo di start up e di spin off attive nel campo della ricerca, luoghi in cui si sviluppano e si ospitano nuove idee per la creazione di nuovi modelli di impresa, si deve anche intravedere le potenzialità di una rete di ZES che dialoghino tra loro e si completino. La Calabria è pronta a questa grande sfida ed è dotata degli strumenti per la zona economica speciale?
Dott.ssa Innocenza Giannuzzi Presidente del Consorzio Blu Calabria