• Vittorio Renzelli sul tapis- roulant di via Giudecca

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    Gentile redazione,
    Molti,in questi ultimi tempi,sono gli interventi,i pareri,gli entusiasmi,gli scontenti,della cittadinanza tutta riguardo a quello che è diventato uno dei temi recentemente più gettonati,quale il tapis-roulant di via Giudecca. Vorrei premettere che durante l’amministrazione Scopelliti,le architetture e le geometrie cittadine hanno subito una netta svolta verso un indirizzo neo-tecnologico dalle linee ultrafuturistiche,ne sono esempi l’impostazione urbanistica del neo-tribunale,il progetto del Waterfront,e perchè no,anche tutti i lampioni dalle cibernetiche forme che stanno riempendo la città di questa nuova luce tecnologica. A tutto questo naturalmente non poteva sfuggire il progetto del tapis-roulant,che si adegua a pieno alle logiche futuristiche di quella che Scopelliti immagina la città del futuro. Non nego che “in nuce”,l’idea di una scala mobile al centro cittadino,fosse necessaria,per cui comprendo chi plaude all’iniziativa per un ritorno d’immagine per Via Giudecca,poichè codesta cosa sarà certamente vera,e d’altra parte stavolta non mi sento di schierarmi retoricamente dalla parte di chi va faziosamente contro le scelte dell’amministrazione,in quanto codesto tappetone era necessario,e da tantissimo tempo prima di Scopelliti se ne auspicava un progetto,in questa Reggio piena di salite,faticose ,specialmente per gli anziani. Il problema,a mio dire,e come poi un arredamento urbano venga realizzato.Ed in questo caso devo dire che non mi convince affatto l’enorme struttura in ferro e vetro dell’intubata,che ritengo, stilisticamente parlando ,troppo “pesante” e sproporzionata per il piccolo contesto di Via Giudecca,i cui abitanti si ritroveranno d’ora in avanti quest’enorme serpente ad altezza primo piano,cosa esteticamente non gradevolissima. Per cui con presente mi preme di suggerire al nostro sindaco,non essendo terminati tutt’ora i lavori dell’arredo in questione,e visto oltretutto l’incredibile smembramento della scala storica tra via filippini e via possidonea,di avere riguardo nella realizzazione dell’ultimo tratto che porterà a via reggio campi,che se non erro,prevede la costruzione di ascensori speciali,che coinvolgeranno
    in questo caso un’altra area storica come le tre fontane,quindi di non mettere in posa lavori troppo ingombranti che snaturino la tipicità,la
    storicità,la proporzionalità dei luoghi,e,se del caso,rivedere il progetto,per portarlo ad una progettualità più armonica.
    Non si può mettere una balena in piscina,mi verrebbe da dire,così come penso che opere futuristiche meritino aree edificabili ex novo,e non debbano distruggere l’irripetibile stampo liberty,impresso dai nostri vicini e saggi predecessori in città.

    Vittorio Renzelli

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