Dio – Avantiii
Peccatore – E’ permesso?
Dio – Avanti, avanti, qui da noi non esiste riservatezza
Peccatore – Bene, dicevo per educazione
Dio – E tu saresti Pennisi?
Peccatore – Sissignore! Roberto Pennisi, da Catania, magistrato dal 1978
Dio – Lo so, lo so, non esagerare, non dimenticare che io so tutto; certe domande le devo fare per copione, un po’ come il brigadiere in caserma
Peccatore – Faccia come Le pare, ci mancherebbe
Dio – Non preoccuparti, ti vedo teso…ho solo necessità di fare due chiacchiere, ma non sei morto. Due chiacchiere e poi te ne torni di là e, ovviamente, non ricorderai niente
Peccatore – Insomma un interrogatorio…
Dio – Ah, beh, dimenticavo che tu hai la fissa degli interrogatori
Peccatore – Beh, una vita di magistratura inquirente in qualche maniera mi ha segnato…ma scusi, non mi ha fatto lei in questo modo?
Dio – Ahh, nono, non cominciamo. Qui le domande le faccio io…comunque…è chiaro che ti ho voluto io “scassapagghiaro” come sei (ed è un complimento…)…e poi ti ho mandato incontro un po’ di eventi di quelli che lasciano il segno, come quella volta a Sigonella…
Peccatore – E chi se la dimentica quella notte di ottobre del 1985…ero un giovane sostituto procuratore, a Siracusa, ero di turno io, i caccia americani avevano appena dirottato il volo a bordo del quale si trovavano i dirottatori della nave “Achille Lauro”, italiana, a bordo della quale era stato ucciso il cittadino americano Klinghofer. Obbligarono l’aereo a scendere a Sigonella
Dio – Si, quella volta mi superai. Bastò solleticare un po’ l’orgoglio statunitense; volevo vedere dove sarebbe arrivato quello degli italiani
Peccatore – Ma…cose dell’altro mondo…
Dio – Appunto…
Peccatore – Ma Le pare normale fare circondare, in territorio italiano, dai militari americani, i poliziotti italiani che circondavano l’aereo?
Dio – Ti ho già detto che le domande qui le faccio io…
Peccatore – Mi perdoni, deformazione professionale…
Dio – Era l’unica cosa, la più estrema che potevo fare per mettere alla prova l’Italia e infatti tu cosa facesti?
Peccatore – Beh, la cosa che mi venne d’istinto fu quella di andare sotto l’aereo, fisicamente, per affermare la presenza e la titolarità dell’Italia in tutta quella vicenda
Dio – Il tutto mentre Craxi, al telefono, faceva il muso duro a Reagan; sarebbe stata la prima e l’ultima volta nella storia dell’Italia
Peccatore – Ah si, Reagan…già prefiguravo un fascicolo intestato a Reagan Ronald…
Dio – Fosti bravo. Bravo e fortunato, quella volta, ma il vero apice del tuo ruolo lo toccasti nei tuoi anni in Calabria
Peccatore – Beh, diciamo che non mancò il materiale su cui lavorare, in quegli anni…
Dio – Beh, era il 1992, a Reggio qualcosa dovevo fare accadere. Solo in quell’anno vennero rimossi per decreto sei consiglieri provinciali, tra cui il Presidente e il vicepresidente, il Sindaco di Cardeto e venne sciolto il Consiglio comunale di Reggio Calabria, dopo che ben 11 amministratori furono coinvolti nelle indagini e negli arresti…
Peccatore – …nei miei arresti…
Dio – Eh si, certo, ma Licandro non ci andò leggero, con la sua denuncia di “via vai di valigette che entrano in Consiglio comunale piene di soldi e ne escono vuote”…
Peccatore – Ah, Licandro…
Dio – Si, in un certo senso la chiave di volta per segnare la svolta nella storia della città, fu proprio lui; da una sua debolezza iniziale fece scaturire il terremoto che portò, poi a quella relazione nella quale si diceva…aspetta…ce l’avevo proprio qua…eccola, dunque…si diceva : “…si ritiene, pertanto, che il permanere del predetto consiglio sia di discredito alle istituzioni democratiche e potrebbe avere anche forti ripercussioni sul mantenimento dell’ordine pubblico…”
Peccatore – Ma io non fui mai ottimista sulle sorti future della città, anche dopo quella stagione
Dio – Eh no, non mi commettere anche tu questo errore: voi umani siete abituati a considerare le azioni sempre in un ambito di causalità immediata, diretta. Causa-effetto; azione-reazione. Guarda bene, dopo 20 anni a quella stagione, Roberto Pennisi. Al di là delle conseguenze finali sul piano giudiziario – comunque non trascurabili – venne travolta una intera classe politica, evidentemente marcia.
Peccatore – Ma noi non abbiamo e non possiamo avere fini di questo tipo quando applichiamo la legge
Dio – E certo che no, ma le conseguenze delle azioni di ciascuno sono infinite e delle più varie. Tante volte le soddisfazioni attengono a sfere lontanissime, apparentemente sganciate dai parametri che voi umani usualmente considerate
Peccatore – Ancora…eh, mi scusi se mi permetto, ma Lei mi sa che ce l’ha un po’ con noi che, pur con tutti i difetti, dovremmo comunque essere a sua immagine e somiglianza…o no…???
Dio – Ma no. A parte il fatto che ancora devo capire chi ha tirato fuori ‘sta cosa dell’immagine e somiglianza, ma anche voi, tante volte siete proprio così prevedibili…comunque pensaci bene, guarda quali furono le conseguenze di quella tangentopoli reggina. Alla fine Licandro fu di gran lunga quello che ne uscì meglio…
Peccatore – Beh, certo; dopo un inizio comprensibilmente “timido” si accollò le sue responsabilità e nel giudizio che diede di sé stesso, oltre che del sistema, fu impietoso
Dio – Avevo visto in lui un elemento che avrebbe potuto far crollare il sistema, aveva appena rilasciato una pesantissima intervista a “L’Espresso” nella quale dipingeva un quadro a tinte più che fosche. Gli mancava una “spintarella”, diciamo
Peccatore – …e ha mandato me…
Dio – Per l’esattezza la feci un po’ più fine…il senatore Vincelli, appena trombato alle elezioni, fece una “strana” denuncia alla Criminalpol
Peccatore – Eh si, me la ricordo bene; prendemmo le mosse da lì…
Dio – Beh, diciamo anche che il buon Licandro ci mise del suo… abbondantemente dopo…si inventò anche un libro, “La città dolente”. Se dopo non lo avessi mandato in quella specie di esilio chissà che si sarebbe inventato…ma, come ti ho detto, a te non sfugge che le conseguenze di quella stagione furono comunque epocali, per Reggio stessa
Peccatore – Dice…???
Dio – Ma secondo te, se non fosse stata spazzata via un’intera classe dirigente, sarebbe mai arrivata la stagione della ‘Primavera di Reggio’ ?
Peccatore – Beh, quella toccò a Falcomatà…
Dio – E come avrei potuto inventarmi il “professore” se non avessi prima bonificato un po’ il terreno? Lui fu bravo, molto bravo, ma in questo ha ragione Licandro: il contesto fu decisivo, come anche la nuova legge della elezione diretta che entrò in vigore subito dopo e che lo mise al riparo dai meschini giochi di potere e di sottobosco che caratterizzavano la vita politica di Reggio. Senza tutto ciò, pur nel suo spessore, neppure Falcomatà ce l’avrebbe fatta a resistere
Peccatore – Certo, non fu l’unico spunto che mi diede il territorio…
Dio – Ebbeh, no di certo…ma tu sei un investigatore con i controfiocchi, altrimenti ti avrei mandato a Isernia, non trovi…???
Peccatore – Beh, certo, sul piano della credibilità intrinseca…
Dio – Pennisiii…eddaiii…ricordati con chi stai parlando…
Peccatore – Certo, certo…comunque qualche tempo dopo mi toccò il processo “Tirreno”.
Dio – Ecco, quella fu un’altra svolta epocale: portare alla sbarra e fare condannare tutti i boss della ‘ndrangheta della Piana
Peccatore – Beh, lavorammo duro…
Dio – Ma dimmi, tu sei soddisfatto di quegli anni a Reggio?
Peccatore – Veda…
Dio – Io vedo e prevedo, faccio e disfo, non dimenticarlo…
Peccatore – Ma certo, certo…massì, la mia parte l’ho fatta, certo, speravo che il cambiamento…
Dio – Ma…ma…ma….no, non ci posso credere, davvero credi che il cambiamento avvenga grazie ad un uomo, per quanto inci
siva possa essere la sua attività?
Peccatore – Mah, non so se è il mio caso, ma in senso assoluto mi permetto di confutare questa tesi, se Lei non s’incazza, la storia è piena di svolte generate dall’attività di un singolo
Dio – Ahahahah….lo sapevo, lo sapevo…siete proprio scarsi…
Peccatore – …voi umani…
Dio – Sissignore, cioè simemedesimo…siete così banali, scontati…ascoltami bene, Signor Pubblico Ministero: le cose accadono quando decidono loro (cioè io), mettitelo bene in testa. E questo loro decidere passa attraverso una serie di congiunture complicatissime, che ci mettono decenni, a volte secoli, per verificarsi. Poi, a quel punto, entra in scena il protagonista che non fa altro che cavalcare l’onda, come un surfista, magari bravo, magari bravissimo, magari il migliore che c’è, ma sempre dipendente dall’onda…comunque vai, ora, torna laggiù, non hai ancora finito…
Peccatore – Grazie, ma, mi leva una curiosità?
Dio – Dimmi
Peccatore – Ma qualcuno ha verbalizzato questa nostra chiacchierata?
Dio – Pennisiiiiiiiii!!!
Peccatore – Ho capito, tolgo il disturbo…
Dio – Vai…ah, una cosa soltanto…
Peccatore – Prego?
Dio – E queste cravatte, così da protagonista…
Peccatore – Non vanno bene?
Dio – Beh, ora che ci penso hai ragione: sono perfette per te…