di Enzo Vitale* – Quando il lenzuolo è stretto, ognuno tenta di tirarlo dalla sua parte: è legittimo quindi che le varie zone urbane degradate delle Calabrie
si siano proposte per l’assegnazione dello status di zona franca urbana, che prevede l’elargizione di circa 50 ml di euro in agevolazioni fiscali e contributive per nuove piccole e micro imprese. È una cifra considerevole, soprattutto se riversata in un contesto povero e socialmente debole, capace di modificare trend e dare più che una boccata d’ossigeno a un’economia in cronica sofferenza.
Lenzuolo stretto, quindi, rappresentato dall’assegnazione di tre sole zone franche (in origine erano addirittura due): nonostante ripetute assicurazioni da parte del potere centrale regionale calabrese circa l’indicazione della Piana di Gioia, a questa è stata preferita la Piana di Lametia (le altre due essendo state identificate in Rossano, provincia di Cosenza, e Crotone – cfr. www.diarioreggino.it)
La Regione Calabria, nel corso dell’iter ministeriale per l’assegnazione delle zone franche urbane, piuttosto che suggerire l’istituzione di una “no tax area” per tutta la Regione, ha segnalato la necessità di un ulteriore ampliamento dello strumento: che si potrebbe concretizzare, previo un ulteriore stanziamento di 50 ml di euro, nell’assegnazione di una quarta zona franca urbana, identificata nella località Marinate di Vibo Valentia.
Pur non inserendo nella disamina di questi fatti riferimenti alle antiche e più recenti discriminazioni operate dall’asse Catanzaro-Cosenza in danno di Reggio, soprattutto quando si è trattato di ripartire benefit e finanziamenti statali, non può non essere evidente il dato che, almeno in questo caso, la provincia reggina non faccia parte della Calabria. Non si vuol fare in questa sede una questione di campanile ma di equità e, direi, di eleganza: nulla togliendo alla legittimità dell’indicazione di Vibo tra le province nel cui territorio si possa identificare una zona che abbia i requisiti richiesti per l’assegnazione dello status di ZFU, perché non chiedere l’inserimento di un’ulteriore ZFU anche in provincia di Reggio?
Con ogni probabilità non si otterrà nulla e le ZFU calabresi rimarranno tre: la richiesta di una “no tax area” regionale o dell’inserimento di una ZFU per ogni provincia sarebbe quindi stata una questione di stile, una mossa magari un po’ ipocrita ma capace comunque di addolcire l’ennesimo amaro boccone per i reggini. E invece nulla, i nostri vertici regionali non ci hanno nemmeno pensato mostrando così il loro vero volto, duro e scostante, quasi insofferente nei confronti di Reggio: l’antica provincia Calabria Ulteriore Prima non sembra proprio far parte ormai più delle Calabrie, soprattutto dopo l’assegnazione a Reggio dello status di Città Metropolitana.
Per corrispondenza enzovitale@diarioreggino.it
*Presidente Fondazione Mediterranea