di Enzo Vitale* – Finalmente, sia a livello politico che mediatico, si parla un po’ più compiutamente di “metropolitana del mare”. contemporaneamente alla concretizzazione dei finanziamenti, sul piano istituzionale
per la prima volta si analizza l’ipotesi di istituzione di un titolo di viaggio che sia valido oltre che per attraversamento dello Stretto anche sulle reti di trasporto urbano delle città che vi si affacciano, dando per scontato che il mero potenziamento dei mezzi di trasporto via mare non possa essere assimilato al concetto di “metropolitana del mare”.
La definizione, infatti, può essere adottata solo se il sistema di collegamento metropolitano di tipo misto, marittimo e terrestre, acquisisce alcune fondamentali caratteristiche: elevata frequenza delle corse, il cui intervallo nei momenti di punta non deve superare la mezz’ora; basso costo del biglietto, che dev’essere a tempo o giornaliero oltre che valido su tutti mezzi di attraversamento marittimi e sulle reti urbane terrestri; facilità di accesso ai terminali, che devono essere bene interconnessi con le reti di trasporto urbano; continuità di servizio per almeno di 18 ore giornaliere.
Quanto detto è stato già formalizzato in uno studio a quattro mani promosso e finanziato dalla Fondazione Mediterranea per la promozione e lo sviluppo dell’Area e della Città Metropolitana dello Stretto: realizzato dal Domenico Gattuso, ordinario di Trasporti all’Università Mediterranea, e da Giuseppe Vermiglio, ordinario di Diritto della navigazione all’Università di Messina, era stato annunciato il 10 giugno del 2006, nel corso di un convegno organizzato a Messina dalla citata Fondazione, e presentato a Reggio Calabria il successivo 25 novembre a Palazzo San Giorgio (www.lezionireggine.it). È stato in queste due occasioni che si è coniato e iniziato a usare il termine “metropolitana del mare”.
In questo lavoro, edito sotto forma di agile librino il cui pdf può essere scaricato dal sito della Fondazione (www.fondazionemediterranea.eu), si affronta il problema dei collegamenti nello Stretto da un duplice punto di vista: logistico-organizzativo, a cura del prof. Gattuso; normativo-giuridico, a cura del prof Vermiglio. Si studia, tra l’altro, la possibilità di emettere un unico titolo di viaggio per passeggeri a piedi che, riconosciuto su tutti i mezzi che attraversano lo Stretto, sia anche valido sulle reti di trasporto urbano: solo andata (valido sulle reti urbane e ferroviarie delle aree metropolitane di Reggio e Messina, comprensivo di un traghettamento su qualsiasi mezzo, della durata di tre ore); andata e ritorno (della durata di una giornata e comprensivo di due traghettamenti). Ad esempio, dalla sponda reggina con un unico biglietto si potrebbe prendere la metropolitana di superficie a Rosarno o Melito, salire su di un mezzo gommato per il porto o per Villa, attraversare lo Stretto usando un qualsiasi vettore, recarsi in un punto dell’area metropolitana di Messina sia con la metro che con il gommato che con la linea ferrata. Questo biglietto dovrebbe essere emesso da un consorzio pubblico tra gli Enti Locali dello Stretto e avere un prezzo politico calmierato: 3 euro il solo andata, 5 euro il giornaliero.
Queste sono le proposte formalizzate dalla Fondazione Mediterranea già nel 2006: oggi sembra che siano finalmente recepite.