di Teodora Malavenda – In CerchiO è il titolo della mostra inaugurata ieri allo spazio Nonsense di Reggio Calabria. Questo è il secondo appuntamento con il pubblico per Emelie Cantagrel, autrice delle 38 foto esposte, che prima di
approdare in città sono state ospitate presso l’Istituto della Cultura Occitana di Marsiglia. Emilie è nata a Tolosa. Da piccola sognava di diventare astronauta, ma studiava danza classica. Oggi nonostante la sua professione sia quella di ballerina, la ritroviamo nelle vesti di fotografa. “Ho comprato per la prima volta una macchina fotografica nel 2005 in previsione di un viaggio a Napoli. Era una canon 350d”. Ed è proprio dalle campagne che circondano la città partenopea che ha inizio l’avventura della Cantagrel. Un viaggio durato parecchi mesi, un percorso alla ricerca delle radici più profonde che legano un popolo alla terra d’origine. È leggibile negli scatti proposti, la volontà di ripercorrere quei luoghi tanto cari all’immaginario popolare con la speranza condivisa di recuperare e valorizzare il patrimonio locale per tramandarlo alle generazioni future. Dalla Campania il viaggio prosegue sulle pendici meridionali dell’Aspromonte, per concludersi poi nelle zone costiere che lambiscono la provincia di Reggio Calabria. In ogni scatto è riconoscibile almeno un elemento che ci riconduce a immagini e colori di una vita quotidiana e genuina, sia che si tratti di un’icona sacra, sia che si tratti di due bambini che si tengono per mano, quasi in un gioco svincolato da categorie spazio-temporali. Niente è alterato, nulla risulta artificioso e tutto è lasciato in balia della danza e del suono. Anche i corpi perdono il controllo quasi come volessero abbandonarsi alle imposizioni dei piedi. Quasi come a voler formare un cerchio. “Sono ritornata diverse volte negli stessi luoghi prima di completare il progetto, e ogni volta c’era sempre una sorpresa ad attendermi. Assistevo ai balli, andavo alle feste e l’energia sprigionata da quei corpi danzanti ed euforici mi dava la giusta spinta per organizzare il mio lavoro e dargli forma”. Fotografie, quelle di cui stiamo parlando, che non hanno la pretesa di essere opere d’arte, ma piuttosto testimonianza autentica di qualcosa da preservare. La mostra proseguirà in altre città italiane. Dopo Reggio sarà la volta di Napoli. Un appuntamento da non perdere!