“Non ci furono mai dati i fondi per utilizzare i satelliti e fare le ricerche in mare della Rigel e delle altre imbarcazioni”. A parlare è Franco Neri il magistrato che negli anni ’90 si occupò della scomparsa di numerose “navi a perdere”
nelle acque calabresi. Lavorava di concerto con pool di validi investigatori, tra i quali il capitano Natale De Grazia, deceduto in circostanze mai chiarite mentre si recava a La Spezia per approfondire proprio alcune tematiche legate alle navi dei veleni.
Oggi Franco Neri parla e ha titolo per farlo perché, alla luce delle indagini svolte dal Procuratore di Paola Bruno Giordano e del ritrovamento del relitto di una nave (molto probabilmente la motonave Cunsky) nelle acque di Cetraro, si può affermare che il giudice Neri e il suo pool, primi a indagare sulle navi dei veleni, avevano visto giusto. Nessuno, però, assecondò le indagini, anzi, non furono mai concessi i soldi per effettuare le ricerche sottomarine: eppure alcuni giorni fa sono bastati “solo” 77mila euro alla Regione Calabria per far sganciare una sonda che filmasse il relitto di Cetraro. Ai tempi, invece, servivano anche meno soldi: cento milioni di lire, questa la cifra rifiutata dal Ministero della Giustizia rispetto alla richiesta della Procura di Reggio Calabria che stava indagando sull’affondamento a largo delle coste calabresi di alcune navi dei veleni. E oggi, nelle parole di Franco Neri non può che esserci soddisfazione, mista ad amarezza: “Mi hanno fatto passare per pazzo – dice -, mi hanno persino accusato di affossare il turismo in Calabria”.
Eppure il giudice Neri le aveva provate tutte: “Avevo già contattato in quei mesi i tecnici della Nasa – racconta – che mi dissero che con un loro satellite sarebbe stato tecnicamente possibile risalire alla posizione esatta della nave Rigel e delle altre delle quali sospettavamo l’affondamento. In tutto una trentina. Anche i Lloyd, la compagnia di assicurazione inglese, aveva tutto l’interesse a risalire alla verità. E anche l’Imo, l’Istituto dell’Onu che si occupa della sicurezza della navigazione, che avevo provveduto a contattare, ci disse che l’unica nave nel mondo che era affondata quel giorno era proprio la Rigel. Quindi, l’Istituto aveva avuto contezza dell’affondamento della Rigel”.
Insomma, aveva ragione Francesco Neri, quello che qualcuno voleva far passare per pazzo. Il ricordo del Procuratore di Brescia Nicola Pace, che da capo della Procura di Matera collaborò con Neri è lucidissimo: “Il ritrovamento del relitto di Cetraro è una conferma ai risultati investigativi ottenuti dalla procura di Matera e di Reggio Calabria, con il pm Francesco Neri”.
Anche se quindici anni fa fu trattato come un pazzo, con accuse, insinuazioni, delegittimazioni che durano ancora oggi, Franco Neri aveva ragione.
E, anche a distanza di quindici anni, è giusto dirlo.