A volte capita che ritornino. Altre volte, molto più spesso, capita che non se ne siano mai andati. La vicenda, gli intrighi oseremmo dire, riguardanti la centrale a carbone che la SEI S.p.A. vorrebbe realizzare in provincia di Reggio Calabria, a Saline Joniche,
riaffiorano, riemergono, spuntano dalle profondità in cui tutti pensavano fossero stati confinati.
Nonostante i dinieghi, nei mesi scorsi, da parte di tutte le Istituzioni, compatte contro la realizzazione dello stabilimento, strill.it aveva messo in guardia lettori e cittadini: il caso era tutt’altro che chiuso.
Ed è assai antipatico dire “avevamo ragione”.
La realtà è questa: il 18 dicembre scorso, poco prima di Natale, in sordina, la Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente si riunisce. Si riunisce per riaprire un caso che, come detto, sembrava chiuso, ma che, evidentemente, è sempre rimasto aperto: la realizzazione di una centrale a carbone da 1320 megawatt a Saline Joniche.
Mistero buffo.
Negli stessi giorni, infatti, a Copenaghen i grandi della Terra discutevano (e litigavano) per trovare una soluzione condivisa che portasse alla riduzione delle emissioni di gas serra. E, a questo punto, acquista un significato assai corposo la decisione dell’Italia, rappresentata dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, di opporsi alla decisione europea di migliorare l’impegno unilaterale di riduzione delle emissioni di gas serra dal 20% al 30% nel 2020 come proposto da Regno Unito, Germania, Francia per sbloccare i negoziati tra i Paesi.
La Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, nell’ultima seduta del 18 dicembre, ha rimandato, per “vizi procedurali”, ogni discussione al 20 gennaio prossimo. Ma il dato preoccupante è che si debba “discutere” di un progetto già bocciato dagli Enti Locali, che si debba discutere su un caso che i più consideravano archiviato.
Intanto il coordinamento NO al Carbone torna a riunirsi martedì 5 gennaio alle ore 18 a Saline (piazza Chiesa) per discutere le iniziative da intraprendere per contrastare l’ipotesi di una accelerazione del progetto.
I manifestanti auspicano anche la presenza, non ancora confermata, dell’Assessore Regionale all’Ambiente, Silvio Greco.