Il telefono cellulare trovato nel carcere di Vibo Valentia era nella disponibilità “di due detenuti di origine napoletana appartenenti al reparto di media sicurezza, i quali sembra abbiano già ammesso
le loro responsabilità”. Lo rende noto Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria. “Non possiamo che esprimere le nostre congratulazioni – aggiunge – al personale di polizia penitenziaria del carcere di Vibo Valentia, nonché ai vertici dell’istituto, per avere, in breve tempo, individuato anche coloro che hanno fatto entrare in carcere il telefono cellulare sequestrato questa mattina. E’ un’ulteriore testimanianza delle capacità operative della polizia penitenziaria che lavora tra mille difficoltà: carenza di organico, sovraffollamento, mancanza di mezzi e di risorse economiche”. “In Calabria, negli ultimi tempi – afferma Durante – i detenuti sono aumentati di mille unità, mentre gli agenti continuano a diminuire sempre di più, a causa dei pensionamenti, spesso anticipati per motivi di salute. Nel solo carcere di Vibo Valentia, nell’ultimo anno, dieci appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria hanno chiesto e ottenuto il pensionamento anticipato per patologie dovute allo stress psico fisico”. “Sempre a Vibo – conclude Durante – i detenuti presenti sono 426, i posti disponibili 240, il personale previsto dalla pianta organica è di 201 unità, in forza ce ne sono 175”.