Cinque aree adibite a cave di cui una di interesse comunitario sequestrate unitamente ad altrettanti mezzi meccanici, tredici persone denunciate. E’ questo il bilancio di un’operazione delle Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Tributaria di Vibo Valentia, scattata varie localita’ della provincia. In particolare, l’attivita’ condotta nei diversi Comuni, ha permesso di individuare a Briatico, Rombiolo, Limbadi e Zungri le cinque aree pari a circa 160.000 metri quadrati in cui operavano, abusivamente, diverse imprese esercenti prevalentemente l’attivita’ di estrazione di materiale di tipo calcareo, particolarmente richiesto quale sottofondo per la rete viaria, nonche’ per la produzione di cementi e malte. Le aziende, d’accordo con i proprietari terrieri, ponevano in essere l’attivita’ estrattiva in virtu’ di mendaci D.I.A. (Dichiarazioni d’Inizio Attivita’), presentate ai rispettivi Comuni, con le quali attestavano, falsamente, l’esecuzione di lavori di livellamento dei terreni agricoli per l’insediamento ex novo di uliveti. In realta’ il vero scopo della documentazione prodotta era quello di trarre in inganno gli Uffici competenti al rilascio delle previste autorizzazioni. Veniva, pertanto, posta in essere un’incontrollata attivita’ estrattiva dell’importante materia prima, senza alcun rispetto dell’ambiente e dei vincoli paesaggistici gravanti. Ma c’e’ di piu’, la massiccia ed illegale attivita’ estrattiva, posta in essere dai responsabili delle imprese, operata in completa difformita’ degli elaborati tecnici presentati presso le diverse Autorita’ comunali ed in assenza dei previsti nulla-osta paesaggistici e idrogeologici, ha causato nel tempo, la parziale ostruzione e deviazione degli alvei dei fiumi Aramoni, Passalacqua, Clerici, Rio Petroso e Murria, posti a valle, con pericolosi e duraturi riflessi sull’equilibrio idrogeologico delle aree adiacenti. Relativamente al sito individuato nel Comune di Limbadi, le Fiamme Gialle hanno riscontrato, abilmente interrati, rifiuti speciali e pericolosi, posti nelle adiacenze di una vasta zona coltivata ad uliveto e di un torrente, le cui acque, in virtu’ del riversamento pluviale, potrebbero essere state contaminate e/o inquinate dai residui gommosi, dai contenitori in plastica per soda caustica ed acidi di utilizzo industriale rivenuti. A riguardo sono in corso specifiche indagini, delegate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, finalizzate a verificare lo stato di inquinamento dei luoghi e delle acque. L’illecita’ attivita’ devastatrice non si e’ arrestata neanche di fronte ad un Sito di ”Interesse Comunitario”. Infatti, i militari hanno appurato che una delle aree sottoposta a sequestro, quella lungo la ”Fiumara di Brattiro’ – Valle Ruffa”, rientrando nell’ambito progetto BIOITALY dell’Unione Europea, quale ”Zona di Protezione Speciale”, e’ sottoposta a rigorosi vincoli ambientali e paesaggistici. Pertanto, sono sattai sequestrati, compelssivamente, 5 aree pari a circa 160.000 etri quadrati per un valore stimato di oltre tre milioni di Euro, cinque mezzi meccanici, di una notevole quantita’ di rifiuti tossici e speciali . Sono state denunciatee alla locale A.G. 13 responsabili, tra cui un geologo. L’attivita’ operativa e’ stata coordinata in tutte le sue fasi dal procuratore capo della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnolo, e dai sostituti delegati. (Asca)
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