di Grazia Candido – “Il futuro di Reggio è roseo, lasceremo una città in piena salute”.
Così il capogruppo del Pd in Consiglio comunale e consigliere delegato ai Patti per il Sud per la Città Metropolitana, Giuseppe Sera a margine dell’approvazione del Rendiconto della gestione per l’esercizio 2022, “un bilancio che mette via il disavanzo del Piano di riequilibrio aprendo una nuova fase di programmazione per la città”.
“Dal mio primo insediamento nel 2014, le cose oggi sono cambiate: all’inizio, la situazione non era delle più favorevoli, avevamo un’Amministrazione comunale in pieno Piano di rientro e venivamo da un Commissariamento durato quasi 2 anni. Immediatamente, abbiamo riflettuto sul futuro dell’Ente ponendoci obiettivi da raggiungere. Non sono mancati contrasti tra chi paventava il dissesto e chi, invece, puntava sulla strada più difficile del risanamento ma, oggi, la città di Reggio Calabria esce dal Piano di rientro e l’Amministrazione finalmente, vede la luce. Siamo partiti con un deficit di 167 milioni di euro da pagare in 10 anni e, con le varie modifiche normative, abbiamo puntato al risanamento del bilancio – continua il consigliere comunale -. Ci siamo mossi su tre direttrici: la garanzia dei posti di lavoro e dopo vari tavoli di trattative, abbiamo risanato l’Atam grazie anche ai dipendenti che hanno accettato un contratto di solidarietà; abbiamo puntato sulla giovane società “in house” Castore, grande sfida di questa Amministrazione, nel prossimo bilancio dovrebbero esserci circa 5 milioni e 600 mila euro; con il nuovo Piano triennale, abbiamo potuto destinare 18 milioni di euro per il risanamento di molte zone della città, da Nord a Sud”.
Il capogruppo del Pd ricorda che “le somme provenienti dalla devoluzione dei mutui, quasi 28 milioni di euro sono state impiegate la metà per completare le opere del Piano triennale e la restante parte, è stata investita in servizi pubblici essenziali, scuole, assi stradali”.
“Devo ringraziare tutta la maggioranza perchè all’unanimità ha scelto di destinare importanti somme ai servizi pubblici essenziali e il completamento di opere come la via Cappelleri di Gallico (quasi 1 mln e mezzo di euro), il ponte di Rosalì (600 mila euro), 2 mln di euro per i cimiteri della zona Nord e Sud, gli assi stradali della città che arrivano alla parte montana, per esempio via Mortara con la via Prima Catanoso, le strade di Croce, Trunca, Pavigliana, il completamento di contrada Scala Ravagnese, il collegamento tra Campi di San Nicola e Ortì (1 mln e mezzo di investimento), la messa a norma delle scuole cittadine con gli accatastamenti perché abbiamo scoperto che su 78 edifici scolastici di competenza comunale, una sessantina non risultano accatastati. E poi, interventi di manutenzione degli impianti sportivi circa 500 mila euro, manutenzione straordinaria delle aree pedonali (marciapiedi e piazze, un investimento di 700 mila euro) e il rifacimento della pista del campo Coni (400 mila euro). Questo è un piccolo seme rispetto allo zero assoluto della precedente consiliatura”.
In conclusione, il consigliere comunale non può che soffermarsi sulla società “in house” Castore sottolineando che “oggi, non sta male, è una bella realtà di questa Amministrazione comunale”.
“Abbiamo subito furti importanti e, quando investi 600 mila euro in mezzi e ti vengono rubati, è un danno per tutta la città – aggiunge Sera -. Il problema di Castore è il sistema di pagamento: in questo momento, l’Amministrazione comunale paga il servizio a Castore di materiale e dipendenti. I ritardi degli stipendi sono dovuti al sistema di pagamento dell’Amministrazione perchè non è possibile pagare mensilmente a fattura, a rendicontazione la società. La rendicontazione serve e si può fare ma, secondo me, bisogna pagare Castore in 4 rate, ogni 3 mesi garantendo così la continuità degli stipendi. Sono i passaggi burocratici che creano dei debiti che, in realtà, non ha la società perché c’è la liquidità. Abbiamo fatto sicuramente tanti errori in questi anni ma, siamo stati responsabili. Nel 2026, consegneremo una Amministrazione con un bilancio con un più 20 mln di euro annui di credito. Quando ci sono soldi, si può progettare, programmare e realizzare. Ci rimproverano delle tante opere pubbliche non completate ma, non è da sottovalutare una normativa in continua evoluzione, i numerosi procedimenti affidati ai dipendenti, la difficoltà di avere delle imprese solide e le interdittive antimafia. Non discuto lo strumento interdittiva – conclude Sera – ma lo Stato deve trovare procedimenti diversi per garantire l’opera pubblica che è dei cittadini. A noi amministratori pesa molto non poter investire sull’opera”.