di Grazia Candido – Ha stregato il pubblico con il vigore e la potenza della sua voce, facendo conoscere la tradizione popolare e la storia della sua terra che porta, orgogliosamente, in giro per il Belpaese.
Marinella Rodà, figlia d’arte, indimenticabile il papà Totò Rodà, artista folk di grande umiltà e pioniere della produzione discografica calabrese, sarà in scena al teatro “Francesco Cilea”, sabato 25 Marzo con lo spettacolo “Tutto il mondo è Calabrese” del vulcanico attore comico Gennaro Calabrese.
Due artisti poliedrici, amati da grandi e bambini ma, soprattutto, un uomo e una donna che portano avanti un patrimonio culturale enorme continuando a costruire, spettacolo dopo spettacolo, quello che hanno già iniziato le colonne del teatro, della musica, dell’arte in generale.
Proviamo a farci svelare qualcosa del nuovo show scritto dallo stesso Calabrese insieme a Berardino Iacovone e Gianluca Irti, che catapulterà gli spettatori in un incredibile viaggio nel mondo.
Marinella come è nata la collaborazione e cosa ci dobbiamo aspettare da questa raffinata fusione?
“Siamo due artisti che hanno scelto di condividere il palco unendo formazioni diverse ma, insieme diventano una forza unica. Proporrò tante musiche con immagini reali che, questa volta però, prenderanno forma grazie ai personaggi di Gennaro. Solitamente, quando ascoltiamo una canzone, immaginiamo un qualcosa nella nostra fantasia invece, in questo show, ci penserà il protagonista a trasportare ognuno in un viaggio dove musica e immagini diventano un tutt’uno”.
Come è avvenuta la scelta dei brani?
“E’ stata una ricerca minuziosa che, alla fine, ci ha portato a proporre brani nazionali popolari, quasi tutti saranno cantautorati e ci sarà anche qualcosa del Sud. Abbiamo voluto legare delle canzoni molto conosciute ai personaggi presenti sul palco, vestirli ognuno di un abito proprio. Inoltre, una di queste canzoni omaggerà la bellezza di Reggio Calabria perché il viaggio parte proprio da qui, ed è un brano bellissimo di Domenico Modugno scritto nel 1972”.
Ha i avuto difficoltà a stare sul palco con un artista camaleontico come Calabrese?
“In realtà, è stato un onore perché c’è solo da imparare da lui e il suo essere istrionico è una spinta nel fare sempre meglio. Gennaro è una scoperta continua, un’evoluzione inarrestabile, bisogna prenderlo come esempio perché è un professionista che non si ferma mai. E poi, è un uomo gentile e altruista: riesce a condividere la scena con i colleghi perché per lui l’obiettivo primario è creare quella connessione fatta di un continuo scambio di emozioni e sensazioni tra gli attori e gli spettatori in platea”.
Sei emozionata di tornare al Cilea dove hai mosso i primi passi?
“E’ sempre una bellissima magia. Ogni volta che salgo su quel palcoscenico, è come se fosse la prima e il 25 Marzo, l’emozione è più forte perché sarò con Gennaro”.
Se tuo padre vedesse questo spettacolo, cosa direbbe?
“Papà era un uomo che riusciva a dare sempre una melodia a tutto ciò che creava, soprattutto, immagini agli spettacoli teatrali. Avrebbe trovato sicuramente una musica giusta, personale, unica per lo spettacolo di Gennaro e sono certa che, attraverso i miei occhi, mi ha dato un aiuto a scegliere le canzoni di questo show. Se ci fosse stato, avrebbe messo la sua penna e la sua creatività”.
I reggini perché non dovrebbero perdere “Tutto il mondo è Calabrese”?
“Quando una cosa è bella deve partire prima da casa sua, con il supporto di spettatori, amici, parenti che ti conoscono davvero in modo da caricarti di quella forza giusta che ti consentirà di affrontare un viaggio molto più lungo e in salita. E poi, non si può non riconoscere l’eccezionalità di Gennaro che, anche questa volta, è riuscito a creare un’opera d’arte che vive e respira insieme al suo pubblico”.