Si è svolta ieri, presso la sala polifunzionale del Centro Civico Sociale di Arghillà, l’Assemblea generale dei Soci dell’IPF (Istituto per la Famiglia). L’Istituto, nato nel 1994 a Reggio Calabria, per volontà del dott. Gilberto Perri,
è un’associazione di volontariato e protezione civile, nonché ente nazionale di servizio civile di I classe, che oggi conta 375 Sezioni Zonali dislocate sul territorio nazionale e più di 3.000 iscritti. L’IPF ha ottenuto nel 2004 il massimo riconoscimento da parte della Fondazione Italiana per il Volontariato (FIVOL), il Premio Nazionale della Solidarietà, per la capacità di lettura dei problemi emergenti nel tessuto sociale locale e le risposte di intervento operative e creative messe in atto nei suoi anni di attività, non solo sostenendo le famiglie bisognose, ma creando cooperative sociali per dare lavoro e diventando una struttura di riferimento sul territorio nazionale.
I rappresentanti delle sezioni zonali e i loro delegati, convenuti numerosi all’Assemblea, hanno deliberato sulla relazione di fine anno, sul bilancio delle attività sociali ed approvato il regolamento di protezione civile.
Il presidente Demetrio Amadeo: “L’assemblea generale dell’IPF è occasione, come ogni anno dal 1994, non solo per fare un bilancio degli obiettivi raggiunti dall’Associazione in tema di assistenza alle famiglie e ai bisognosi, ma anche per confrontare esperienze e problematiche di un settore, quello appunto del volontariato civile, che è diventato fondamentale nel panorama spesso desolato dei servizi al cittadino che dovrebbero essere garantiti dallo Stato”.
Tra i tanti progetti avviati lo scorso anno, il Presidente Amadeo ha informato i Soci sulla costruzione del Centro per il Volontariato e per la Protezione Civile a Concessa di Catona, piccola frazione del comune di Reggio Calabria, che diventerà punto di riferimento e di coordinamento per l’azione dei volontari.
L’Associazione è riuscita nel 2010 ad assistere circa 1.300 famiglie, garantendo 31.000 pasti, senza alcuna sovvenzione pubblica. In occasione dell’Assemblea, sono stati premiati quanti hanno contribuito, con donazioni, alle attività dell’Istituto in favore delle famiglie in difficoltà: al loro altruismo L’IPF ha dedicato il premio “CUORE BUONO IPF 2011”, con l’attestato di riconoscimento di “DONATORE ALLEGRO IPF”.
La sessione pomeridiana ha ospitato un convegno dal titolo “Sviluppo Sociale, Etica e Legalità”, che ha visto la partecipazione del dott. Demetrio Martino (vice Prefetto) insieme con esponenti significativi del volontariato. il pres. del CSV dei Due Mari dott. Mario Nasone, del presidente Regionale del Coni il dott. Domenico Praticò, del dott. Enzo Petrolino, direttore dell’Ufficio Ecumenico della Diocesi di Reggio-Bova, l’avv. Franco Lento pres. dell’Associazione A.P.I.CI. .
Il Convegno si è concluso con l’intervento del dott. Massimo Ripepi, consigliere comunale di Reggio Calabria, sulla socialità di giustizia: “E’ possibile costruire una socialità di giustizia; la possono realizzare tutti i cristiani che credono che la Parola di Gesù Cristo non è un’utopia, ma è una indicazione assoluta per costruire modelli sociali giusti. Questo è il modo per avere finalmente uno sviluppo sociale, etico e legale. L’etica cristiana ha dei riferimenti certi, i cristiani sanno ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, perché credono che quello che ha detto Gesù Cristo è la verità assoluta; gli uomini che credono in Lui, diventano esempi di vita e di azione sociale che si manifesta in veri e propri modelli sociali giusti da vivere.
Là dove questi modelli vengono vissuti ed applicati da uomini che credono, nasce la “socialità di giustizia”: termine laico per indicare il Regno di Dio di cui ha parlato Gesù Cristo. Uno sviluppo sociale etico e legale non può essere realizzato, prescindendo da questi principi di vita. L’Istituto per la Famiglia nasce per volontà di Gilberto Perri che ha voluto realizzare, attraverso il volontariato, un modello di socialità di giustizia che potesse aiutare gli ultimi ed i bisognosi. Gilberto Perri, anche dopo la sua dipartita, rimane un modello di etica e comportamento cristiano che spinge i suoi figli a continuare l’opera da lui fondata e avviata. La trasmissione del modello da padre in figlio, da maestro a discepolo, è un altro dei cardini della socialità di giustizia cristiana”.