di Giusva Branca – Le dinamiche della geografia criminale sono, tutto sommato, piuttosto prevedibili.
La storia ha insegnato che le gerarchie, i valori, gli equilibri tra cosche possono permanere uguali a sè stessi per decenni e poi subire trasformazioni, mutamenti repentini, apparentemente inattesi.
Ora, di scossoni le cosche del reggino negli ultimi tempi ne hanno subiti numerosi, per lo più sotto forma di tintinnare di manette, ma anche un paio di azioni di fuoco nei confronti di obiettivi di un certo riguardo non sono passate inosservate.
Sulla Piana la situazione è sotto gli occhi di tutti, uno scontro feroce tra gli ex sodali Piromalli e Molè sta portando da un lato all’accendersi dello scontro militare e dall’altro al succedersi di operazioni di polizia con arresti in serie che decapitano volta per volta i nuovi vertici degli organigrammi criminali.
Anche su Reggio più di qualche segnale di scricchiolii si avverte nettamente: “strani” attentati dimanitardi a carico di esercizi ritenuti “Intoccabili”, la scomparsa – ancora misteriosa – di Schimizzi, l’agguato sotto casa ai danni di Giordano sono solo gli ultimi episodi e dietro tutto ciò aleggia tra le righe, a mezza lingua, lo spettro dell’arresto del “supremo” Condello che, va ricordato, è solo l’ultimo di una lunga serie che hanno caratterzzato l’ultimo lustro o giù di lì.
Numerose giovani leve scalpitano per bruciare le tappe, tanti riferimenti interni sono saltati e l’aria somiglia tanto a quella da “liberi tutti”.
Gli inquirenti non lo dicono apertis verbis ma sono piuttosto preoccupati.
La loro esperienza suggerisce che l’autunno che arriva potrebbe essere caldo.
Caldissimo.