Da anni dedico buona parte del mio impegno politico, istituzionale e anche privato alla valorizzazione del grande patrimonio archeologico di cui è ricco il nostro territorio. Considero la tutela di questo patrimonio e in generale gli investimenti sui beni culturali come un fattore di sviluppo fondamentale. Da presidente della Provincia di Crotone, in coerenza con questo convincimento, ho promosso iniziative e destinato risorse importanti per rivitalizzare le aree archeologiche e museali, riportarle a dignità culturale, restituirle a una corretta fruizione pubblica.
Apprendo che nella Sibaritide, di fronte a provvedimenti di riorganizzazione della struttura territoriale della Soprintendenza ai beni archeologici, molti sindaci, esponenti politici e istituzionali, forze sindacali hanno espresso contrarietà e riserve. Indubbiamente le novità incontrano sempre qualche difficoltà prima di essere accolte con spirito costruttivo e di apertura. È accaduto anche a Crotone, per cui la reazione non mi meraviglia. È positivo, anzi, che l’interesse verso la gestione dei beni culturali e archeologici si estenda e si rafforzi coinvolgendo le diverse rappresentanze territoriali. Come è positivo che questa sensibilità sia favorita e supportata dal governo regionale. Vorrei fare presente, però, che se la Regione ha deciso di occuparsi finalmente del patrimonio archeologico e dei rapporti con il Ministero e la Soprintendenza è bene che lo sguardo e l’attenzione siano rivolti all’intero panorama calabrese e non si limitino, comunque, alla manifestazione di sensibilità sulla sola gestione delle risorse umane.
Una politica culturale richiede ben altri orizzonti e ambizioni e forse sarebbe opportuno, a questo punto, che ci fosse una concertazione con i livelli istituzionali e di governo di tutte le province della Calabria al fine di stabilire un indirizzo condiviso di intervento in un settore che è sicuramente centrale e decisivo nelle dinamiche di sviluppo della regione.
Sergio Iritale