Avrebbero controllato abusivamente i dati di 160 mila persone in tutta Italia sulla banca dati dell’Inps.
Per questo tre finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cosenza e un avvocato, sono stati posti ai domiciliari in esecuzione di un’ordinanza del gip su richiesta della Procura di Catanzaro.
I quattro sono indagati per accesso abusivo a sistema informatico e corruzione. Dalle indagini, condotte dalla stessa Guardia di finanza, sarebbe emerso che un militare cedeva, dietro utilità, i dati al legale titolare di una società di database che avrebbe quintuplicare il fatturato negli anni degli accessi abusivi.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Catanzaro e svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cosenza, sono iniziate dopo le segnalazioni del Garante della privacy e del ministero degli Interni che evidenziavano l’ingente mole di accessi realizzati dai tre militari alla banca dati Inps in uso al Corpo.
Dagli approfondimenti svolti da un’altra articolazione del medesimo reparto della Guardia di finanza dove prestavano servizio i tre militari, è stato accertato che gli accessi, relativi ad oltre 160mila soggetti, erano del tutto estranei a ragioni di servizio. E’ stato quindi disposto l’avvio di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali grazie alle quali, secondo l’accusa, è stato possibile ricostruire l’esistenza di “un’attività sistematica di raccolta illecita di informazioni personali di contribuenti, residenti sull’intero territorio nazionale”. Le informazioni venivano poi cedute da uno dei militari, dietro utilità, all’avvocato del foro di Cosenza titolare di una società preposta alla gestione di database. Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, proprio grazie alle informazioni illecitamente ottenute, l’azienda del legale avrebbe potuto quintuplicare il proprio fatturato nel corso degli anni in cui sono stati accertati gli accessi abusivi.
I tre finanzieri arrestati, ai domiciliari, sono stati immediatamente sospesi dal servizio. (ANSA)