• Parco Romani Catanzaro

    Inchiesta Parco Romani: le richieste del pm in appello per l’abbreviato

    Il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Salvatore Di Maio, ha chiesto nel processo d’appello, la condanna di tutti gli imputati, già condannati con il rito abbreviato in primo grado, coinvolti nella vicenda del Parco Romani e i presunti illeciti commessi per realizzare al suo interno la cittadella fieristica, inizialmente individuata dall’amministrazione comunale nell’area di Germaneto.

    Al centro dell’inchiesta c’è l’acquisto, da parte della Catanzaro Servizi, di alcuni locali all’interno del centro commerciale mai completamente realizzato, per l’allocazione del centro fieristico. Un passaggio che la Procura ritiene sospetto. Secondo l’accusa, infatti, dietro la compravendita, dalla quale sarebbe poi scaturito il credito vantato da Giuseppe Gatto, ci sarebbero comportamenti penalmente rilevanti.

    Nello specifico, Di Maio ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado per Giuseppe Speziali, ex presidente di Confindustria Calabria, condannato a 4 mesi e 130 euro, e per l’avvocato Marina Pecoraro, ex responsabile del consorzio “Catanzaro 2000”, condannata a 9 mesi e 10 giorni. Il pg ha inoltre chiesto un aggravio di pena per l’imprenditore Giuseppe Gatto, ex presidente di Confindustria Catanzaro, a 10 mesi e 600 euro di multa e per Giuseppe Grillo, ex presidente della società municipalizzata Catanzaro Servizi, a 1 anno e 4 mesi. Inoltre, il sostituto procuratore generale ha insistito per la condanna delle tre persone che in primo grado erano state assolte: Alba Felicetti, ex dirigente del Comune, a 10 mesi di reclusione; Pasquale Costantino, imputato in qualità di dirigente del Comune, a sei mesi e 500 euro di multa, e Francesco Lacava, ex consigliere comunale e presidente del consiglio d’amministrazione della società Parco Romani a 1 mesi e 600 euro di multa. L’udienza è stata poi rinviata al 22 novembre quando interverranno i primi difensori.