Il 19 ottobre la Corte d’Appello di Catanzaro deciderà sulla confisca della neopromossa in serie A, Football club Crotone, e di altri beni, complessivamenye per circa 800 milioni di euro, nei confronti del del gruppo imprenditoriale dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna. Per i magistrati della Dda di Catanzaro, i Vrenna sono “imprenditori attigui al fenomeno mafioso per essersi sin dalla genesi della loro attivita’ accordati con le consorterie criminali e segnatamente con quella denominata Vrenna-Corigliano-Bonaventura”. Il 16 gennaio scorso il Tribunale di Crotone aveva pero’ rigettato la richiesta della Dda sostenendo l’estraneita’ di Vrenna alle dinamiche criminali. Da qui il ricorso in discussione davanti ai giudici della Corte d’appello del capoluogo.
Nell’udienza di questa mattina la difesa degli imprenditori, rappresentata dall’avvocato Francesco Gambardella, ha presentato una eccezione di nullita’ dell’appello nella parte relativa alla confisca patrimoniale “per mancanza di motivi sul punto”. Il sostituto procuratore generale Salvatore Curcio, invece, ha depositato una nota della sezione tributaria della Guardia di finanza e i verbali di Giovanni Cimino, collaboratore di giustizia di Corigliano Calabro (Cosenza), che negli anni ’90 fece alcune dichiarazioni sull’appalto per la raccolta dei rifiuti nella Sibaritide assegnato a una ditta del gruppo Vrenna. Verbali che nel 2002 erano stati al centro di un processo in cui i Vrenna figuravano come vittime di un’estorsione.