Una famiglia con cinque bambini, uno dei quali affetto da autismo residente in una casa Aterp di Viale Isonzo a Catanzaro, tornando dal mare ha trovato la casa letteralmente distrutta, con i servizi igienici e la caldaia divelti, le finestre smontate e portate via, i mobili sottosopra, la televisione e la parabola satellitare fuori uso e tanti giochi dei piccolini scomparsi.
Alla notizia il garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale ha dichiarato: “Si tratta di un vero e proprio accerchiamento, nei confronti di un’onesta famiglia, che in uno Stato di Diritto non può essere tollerata, anche perché – come mi ha spiegato la mamma dei piccolini – non è la prima volta che episodi del genere accadono in quella casa e in quel quartiere”.
“Oltre alle formalità che il mio ufficio legale ha provveduto ad espletare – continua il sociologo – ho provveduto a telefonare al sindaco Sergio Abramo, che mi ha informato che la competenza è dell’Aterp, e al questore Giuseppe Racca, per ringraziarlo per la sensibilità con la quale i suoi uomini e i militi dell’Arma dei Carabinieri si sono mossi a tutela della famiglia oggetto delle pesanti vessazioni e per quanto – mi dico sicuro – faranno per l’accertamento dei fatti e l’individuazione delle responsabilità. Certo è – incalza Marziale – che al di là delle competenze, tutte le istituzioni sono chiamate a provvedere a mettere in stato di sicurezza questi bambini, senza andare troppo per il sottile, così com’è necessario che la società civile si unisca in uno stigma corale, poiché a nessuno è consentito entrare a gamba tesa nella serenità di una famiglia, con modalità che definire criminali è poco”.
“La madre dei piccolini mi ha informato che i servizi sociali della città le hanno proposto di raggiungere insieme ai figli una comunità-famiglia in una zona dell’alto cosentino, lasciando però il padre a Catanzaro. Io stesso – evidenzia Marziale – ho parlato con i servizi sociali, che mi hanno confermato il tutto”.
Per il Garante: “La soluzione penalizzerebbe oltremodo l’incolpevole famiglia, calcolando che a breve i bimbi devono andare a scuola, la divisione dal padre comporterebbe a tutte le componenti disagi emotivi e pratici e le provvisorietà, com’è noto, legate all’emergenza nel nostro territorio finiscono per essere stazionamenti a tempo indeterminato piuttosto lungo”.
Marziale conclude: “Rivolgo un appello ai privati in possesso di una abitazione in città, vista e considerata la difficoltà del Comune, a dare un alloggio alternativo alla famiglia, affinché possano agevolare i piccolini in questo momento di assoluto bisogno”.