La sua scelta di scendere in campo alle elezioni amministrative di Cosenza ha diviso i fronti che si credevano certi, almeno per il Pd. Enzo Paolini è l’elemento di “disturbo” in quella che il Partito Democratico, che a Cosenza e nel cosentino nell’ultimo periodo ha una vera e propria roccaforte, almeno così avrebbe dovuto essere. Niente primarie per dare al popolo la possibilità di scegliere quale doveva essere il candidato? Bene! “Io mi candido ugualmente” e con lui ha trainato la famiglia Gentile, alleata del Pd a Roma.
Due candidati del Pd in corsa per la poltrona di Sindaco. E’ vero che lo scontro al primo turno può essere visto come una sfida alla primarie di partito?
Io non sono un candidato del Pd, non ho neanche mai preso la tessera. Il primo turno delle amministrative si può tecnicamente sostituire alle primarie che il Pd ha scientificamente scelto di non fare dopo averle convocate perché ha capito che le avrebbe perse.
Pezzi di centrodestra sia con Paolini che con Guccione. Perché si è dovuto ricorrere a questo? Per rispettare gli accordi romani o per sopperire alla divisione all’interno del PD?
Per quanto ci riguarda noi siamo dove eravamo: all’interno dei confini del centrosinistra con un gruppo di amici, di liste e movimenti civici non riconducibili alla partitocrazia e alla nomenclatura dei nominati. Noi non abbiamo accordi romani da rispettare e non dobbiamo sopperire ad alcuna divisione visto che il Pd è un nostro avversario. L’unico accordo che abbiamo preso e che intendiamo rispettare a tutti i costi è quello con i cosentini.
Quanto conta l’appoggio dei Gentile nella sua candidatura?
La lista Cosenza popolare fa parte di un progetto ampio e rappresentativo che abbiamo cercato di mettere in piedi per dare rappresentanza e rappresentatività a tutti i cittadini e le classi sociali tenuti ai margini della vita amministrativa dai gruppi di potere che hanno governato Cosenza con appalti, incarichi e affidamenti diretti. La lista Cosenza Popolare della famiglia Gentile è un pezzo importante di questa squadra da cui mi aspetto molto e sono certo sapranno dare al nostro progetto politico un valore aggiunto in termini di concretezza, esperienza e radicamento sul territorio.
Temeva più Lucio Presta o l’attuale “sostituto” Guccione?
Sono molto fiducioso sulle nostre possibilità e sono certo riusciremo ad arrivare al ballottaggio. Piuttosto, quanto accaduto in quello schieramento mi consente di fare una breve premessa. Il Pd continua a fagocitare persone e candidati usandoli fin tanto che sono funzionali ai propri interessi e alla propria strategia e buttandoli via senza ritegno non appena hanno raggiunto lo scopo. Lo ha fatto con Lucio Presta che ha pagato sulla propria pelle il prezzo della inciviltà politica del Partito Democratico.
Cosa cambierà a Cosenza se dovesse diventare sindaco Paolini?
Cambierà l’attitudine nei confronti delle regole e della trasparenza: istituiremo subito l’albo pubblico dei fornitori e l’elenco dei beneficiari. Cambierà l’ordine delle priorità: prima i cosentini e i loro problemi e poi le piazze e le opere pubbliche. Meno incarichi e determine di affidamenti sotto soglia, più trasparenza e gare pubbliche.
Chiudiamo con le unioni civili. Sì o no? Paolini le celebrerà?
Assolutamente si e, se ci sarà la possibilità, sarò ben felice di celebrarle.
Intervista a cura di Marina Malara e Clara Varano