Carlo Guccione veste i panni del candidato a sindaco di Cosenza dopo il sostegno del Partito Democratico ad un altro nome: Lucio Presta. Eppure appare subito l’unico uomo del partito che poteva essere quello giusto. In politica da anni con una grossa esperienza alle spalle, Guccione ha tutto l’appoggio del Pd e non solo. Accanto a lui in questa tornata elettorale c’è anche Denis Verdini e la sua Ala Non teme nulla e mira a “costruire una città dei diritti che non lascerà indietro nessuno”.
Due candidati del Pd in corsa per la poltrona di Sindaco. E’ vero che lo scontro al primo turno può essere visto come una sfida alla primarie di partito?
“Non credo che questa connotazione sia quella esatta. C’è una competizione elettorale, io sono entrato in campo a pochi giorni dalla presentazione delle liste, dimostrando la forza politica e programmatica della nostra Grande Cosenza. Sono convinto che arriverà un risultato sorprendente a nostro favore già al primo turno. E se dovessimo andare al ballottaggio, credo che le forze democratiche e progressiste condivideranno una sintesi politica sul progetto della Grande Cosenza. Non ci sono alternative per sconfiggere chi ha governato la nostra città in maniera privatistica e scellerata”.
Pezzi di centro destra sia con Paolini che con Guccione. Perchè si è dovuto ricorrere a questo? Per rispettare gli accordi romani o per sopperire alla divisione all’interno del PD?
“Io credo molto nel significato territoriale di queste amministrative. C’è un patto democratico per riportare trasparenza e legalità a Palazzo dei Bruzi. Rispetto a un’emergenza democratica è nata l’esigenza di unire le forze sane sotto le insegne della Grande Cosenza. Non è retorica. Basta leggere i giornali e i siti di informazione per capire il senso delle mie affermazioni. Gli ultimi 5 anni sono stati bui, ha imperversato un feudatario. La città adesso deve cambiare pagina. E il Pd è un partito unito, deciso a vincere. Noi democratici discutiamo, spesso anche in maniera eccessiva. Le differenze e le opinioni diverse non ci fanno paura. Sono una ricchezza. Siamo democratici non teorici di una nuova monarchia”.
Non teme che l’appoggio con l’Ala di Verdini possa farle perdere voti di una buona parte del centrosinistra?
“Ho una storia che viene da lontano; fa parte del mio vocabolario e bagaglio politico, mi guida nelle scelte e nelle priorità. Sono il solo a parlare di lavoro, welfare, cultura e rilancio dei quartieri in maniera manifesta, vera, pragmatica. Sono il solo a dimostrare dove, come e quando arriveranno le risorse per cambiare in meglio la nostra città. E poi non temo nulla, soprattutto le etichette inesistenti”.
Cosa pensa del Partito della Nazione e se ne sente l’alfiere?
“Credo nella forza della Grande Cosenza e nella sua capacità di cambiare il volto di questa città. Penso alla nostra azione politica, confido nelle idee del Partito democratico. Vede, voglio condividere con lei alcune parole espresse dal vice segretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, sul mio conto: “C’è una sola foto che rappresenta la storia di Carlo Guccione, quella con le bretelle rosse”. Sono parole importanti. Testimoniano un percorso di coerenza politica e di militanza”.
Cosa cambierà a Cosenza se dovesse diventare sindaco Guccione?
“Non lasceremo nessuno indietro. E’ questo il mio motto. Cosenza deve rinascere dai suoi quartieri con la periferia che diventa centro. Il nuovo ospedale a Vaglio Lise e la Metro sono il simbolo di questa proiezione verso il futuro. Cosenza tornerà quella che è sempre stata: una terra in grado di regalare grandi uomini alla politica ed essere l’Atene della Calabria. Costruiremo una città dei diritti, della cultura e dell’innovazione”.
Intervista a cura di Marina Malara e Clara Varano