“Ho letto una dichiarazione farneticante di un ex Consigliere di Amministrazione della Sogas Spa. Il consigliere di amministrazione in questione – scrive in una nota Nino Costantino, segretario generale Filt Cgil Calabria – che probabilmente pensa di recuperare credibilità, non si è accorto che nell’intervista non vi è alcun riferimento a lui e né intendiamo farne. Nulla ci interessa di lui. Comprendiamo però che il tentativo dei corresponsabili di una scellerata azione di distruzione di massa costruita con scientifica determinazione per la cancellazione dello scalo dello Stretto è orientato a nascondere le colpe del padrone, di colui che ha il 70% delle quote, come riconoscimento per le prebende avute nel corso degli anni. No, non cadiamo in questa trappola! Ci dispiace per gli altri, ma la responsabilità più pesante ed incancellabile del disastro della Sogas e del declino dell’Aeroporto dello Stretto era, è e resterà quella del Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa. Continuiamo a suggerire a Raffa di dimostrare un minimo di dignità rassegnando in anticipo le dimissioni da Presidente della Provincia essendo peraltro scadente!”.
Al coro si unisce il segretario provinciale Attilio Scali che ha aggiunto: “Il Presidente Raffa ha sulle sue spalle la responsabilità della revoca decisa dall’ENAC della concessione alla SOGAS e ce l’ha perché ha lasciato ad amministrare la SOGAS per troppo tempo, e nonostante fosse ben consapevole dei danni che stavano provocando, delle persone che hanno dimostrato di non essere capaci di gestire un bel nulla, amministratori che hanno utilizzato la Società per curare i propri affarucci, assumendo personale che lavorava nei propri studi professionali, facendo clientele, assumendo quadri ai massimi livelli durante la cassa integrazione.
Ora quelle responsabilità in capo al presidente della Provincia sono aggravate dal fatto che consente a quelle stesse persone di pontificare e di far subire ai reggini lezioni di “buona amministrazione” ed accuse risibili contro un’organizzazione sindacale.
È stata la stessa ENAC a chiarire che non si fidava più di chi l’aveva presa in giro per anni, promettendo piani industriali mai realizzati e risparmi mai conseguiti.
La favoletta della CGIL che tiene in ostaggio la SOGAS l’abbiamo già sentita e non ha convinto nessuno, ma oggi viene riproposta negli stessi termini, con l’aggiunta dell’accusa di aver «scaricato le pedine mandate in prima linea». Se il riferimento è alla dirigente della CGIL Falzia, nei confronti della quale per anni è stata portata avanti una campagna di persecuzione e che oggi un consiglio d’amministrazione «nuovo» (ma in perfetta sintonia con il vecchio!) ha licenziato per completare l’opera iniziata da Porcino, siamo davvero alla frutta.
Siamo costretti a rammentare a chi finge di averlo dimenticato che l’internalizzazione del servizio di sicurezza è stata bloccata dal voto contrario di membri del Consiglio d’amministrazione, prima e dopo il cambio di gestione, e non dall’ostilità del sindacato che si è sempre dichiarato favorevole a qualsiasi internalizzazione, ben consapevole che svolgere all’interno un servizio è sempre molto più conveniente che affidarlo a ditte esterne.
Quanto alla campagna contro il malaffare e la ‘ndrangheta fatta dalla CGIL parlano le posizioni pubbliche che il sindacato ha sempre avuto e certo non accettiamo lezioni da chi non può vantare un analogo curriculum.
Infine tutti sanno benissimo che chi ha consegnato Reggio e «l’intera provincia reggina nelle mani delle mafie e della ‘ndrangheta» non sono state di certo le forze democratiche e tanto meno il sindacato, ma semmai forze oscure e poco democratiche.”