di Domenico Grillone – Lo è stato per tutti. Ma per i trecentosettantuno migranti giunti questo primo pomeriggio al porto di Reggio, la speranza di una vita migliore, lontana dalle guerre, dalla fame e dalla violenza, assume, nel giorno di Natale, un simbolismo unico. Perché proprio nel giorno in cui è nato il Salvatore inviato dal Padre per la salvezza del mondo, secondo quanto affermano le principali confessioni cristiane, per loro si aprono le porte ad un futuro ancora difficile, certo, ma già diverso da una realtà, quella di tutto il bacino dell’Africa settentrionale e dell’area mediorientale, ad oggi funestata da atrocità senza fine. E’ un giorno che segnerà inevitabilmente le loro vite, i loro ricordi, le storie personali. Sono di diverse etnie, quasi tutte dell’Africa centrale (Costa D’Avorio, Nigeria, Mali, Senegal, Liberia Gambia, Guinea, Burkina Faso), ed oggi è certo che nessuno li maledirà, sui social non si leggerà nulla nei loro confronti di offensivo, cattivo, irritante. Nello sbarco di oggi, giorno di Natale, i 312 uomini e 59 donne giunti al porto sbarcati dalla nave Corsi, Cp 906 della Guardia Costiera, non trasmettono malattie, non rubano il lavoro, non ti impongono la loro religione. E non sono neanche delinquenti. Hanno perfino “un viso carino ma triste”. E paradossalmente il numero dei volontari, così come ha affermato Domenico Crupi, comandante della polizia provinciale e capo protezione civile provinciale, era decisamente superiori rispetto agli sbarchi precedenti. “Nessuna criticità rilevata, sono tutti in ottime condizioni, stanno effettuando il triage medico predisposto dal protocollo sanitario”, aggiunge poi Crupi. Rispettato il copione di un piano che comincia ad essere elogiato su scala nazionale: coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria, le attività di primo soccorso sono ormai ben rodate per una macchina che coinvolge Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Comune, Provincia, Capitaneria di Porto, Azienda Ospedaliera, Usmaf, Suem 118, Associazioni di volontariato, Croce Rossa italiana.
“C’è tanta disinformazione – dice padre Bruno del coordinamento ecclesiale sbarchi – oltre ad una strumentalizzazione ideologica o politica per approfittarsi di una situazione lacerante per tutti quanti, per noi e per quelli che sbarcano. Ascoltate dalla loro bocca il perché della loro avventura così pericolosa, vi renderete conto da cosa scappano”. Suora Maria Helena Aparecida, missionaria brasiliana per i migranti è certa. “Questo significa che il mondo non è perduto, che ci sono ancora persone che pensano agli altri, che accolgono. E’ importante per noi avere un cuore aperto, ancor più nell’anno della Misericordia”. Anche per il viceprefetto vicario Cosima Di Stani si tratta di un buon segno vedere il giorno di Natale tanta gente che vuole aiutare gli altri.
“Anche a Natale la macchina della solidarietà testimonia ancora una volta la sua particolare forza e solidarietà nei confronti degli immigrati. Qualcuno ha fatto la battuta che ci sono più volontari che migranti. E’ un buon segno, si tratta della testimonianza dei calabresi che ancora una volta donano al prossimo”. Rispetto ai dati, invece, la dottoressa Di Stani conferma l’assenza di bambini a bordo. “Vedremo alla fine dello sbarco, quantomeno qualche minore privo d’accompagnamento si troverà. Sono stati segnalati alcuni casi con persone con patologie tipo scabbia che invieremo all’unità mobile di decontaminazione messa a disposizione della Regione Calabria, così come la volta precedente”. Secondo le previsioni dovrebbero partire almeno trecento di questi immigrati per Crotone. Gli altri saranno ospitati temporaneamente in attesa dello loro destinazione finale, compresi quelli che, eventualmente, necessiteranno di un trattamento sanitario adeguato. Da sottolineare l’impegno del coordinamento della Prefettura che da ieri si è prodigato con tutte le sue forze riguardo tutte le operazioni di propria competenza, proprio nel giorno di Natale. Per oggi è andata bene. Ed è certo: anche nel cuore del razzista più becero oggi si è aperta una porticina nel suo cuore.
Solo che oggi amore verso il prossimo, solidarietà, bontà nei cuori, sono in un certo senso obbligati, è Natale. Basterebbe che questo tipo di sentimenti risiedessero, restassero magari qualche giorno in più nel cuore e nell’anima di tutti. E forse qualche problemino in più si riuscirebbe a risolverlo.