di Domenico Grillone – E’ un primo cittadino che risponde colpo su colpo a tutte le polemiche sorte in questi ultimi giorni sul Miramare e su presunte consulenze, quello visto in conferenza stampa assieme a tutta la giunta, nel Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio. Il sindaco Giuseppe Falcomatà parte attaccando dapprima i suoi detrattori, quelli che lo hanno accusato di perseguire finalità poco chiare riguardo l’affidamento e la gestione del gioiello di famiglia, l’albergo Miramare. “Non accettiamo la polemica strumentale di chi ha svenduto la città. Di chi oggi si erge a custode dei ‘mores maiorum’ e che invece ieri si è comportato diversamente, chiudendolo e mettendolo in vendita per coprire i debiti fatti dalle proprie amministrazioni”. “Lo ha disprezzato ed ha orientato le risorse su altro – continua il sindaco – quando poteva riqualificarlo a proprie spese, anziché dare un fiume di danaro per Villa Zerbi o ai consulenti, e spenderli per le mostre sul Futurismo, Metamorfosi e tante altre ancora”. Una premessa per mettere a tacere gli avversari politici, per poi andare nel dettaglio della questione. “Noi restituiamo il Miramare alla città a costo zero. Al momento in via parziale e sperimentale, certo. Perché verranno riaperti il terrazzo, il salone degli specchi e le aree del piano terra. Ma lo facciamo per un motivo ben preciso: perché è in corso il bando di assegnazione definitiva nel pieno rispetto del vincolo di destinazione turistico alberghiera. Il motivo è che un immobile di pregio come il Miramare, con i saloni aperti e con attività che si svolgono al proprio interno è un bene immobile senza dubbio più appetibile agli occhi di un imprenditore o investitore rispetto ad un bene chiuso e deteriorato”. Falcomatà chiarisce quindi la concessione di alcuni spazi dell’albergo all’associazione “Il Sottoscala”. “Tenendo ben presente l’obiettivo di fare cultura a costo zero, abbiamo ritenuto positiva la proposta fatta dall’associazione, peraltro unica proposta pervenuta al Comune, unica proposta che ci dava, parzialmente, la possibilità di utilizzare i locali. Abbiamo recepito questa proposta come si fa per la concessione della Sala dei Lampadari, del Cilea, o della sala di Palazzo San Giorgio. Non esiste un regolamento in merito, per il quale peraltro stiamo lavorando e presto sarà presentato in Consiglio comunale. Non essendoci un regolamento, quindi, la Giunta deve dare un atto d’indirizzo al settore. Altrimenti se il settore con una determina fa una propria scelta gestionale, quella si che è illegittima. Abbiamo implementato la proposta iniziale e all’interno della delibera di indirizzo abbiamo dato mandato al settore di attivare tutte le procedure volte ad acquisire ulteriori proposte in questa fase sperimentale ma soprattutto di attenzionare la situazione per vedere qual è la migliore proposta sotto il profilo del bando, e quindi dell’affidamento definitivo, che andremo a fare a ottobre prossimo. Quindi nessun affidamento diretto e definitivo. Nessun regalo o sperpero di denaro, nessuna attività lucrativa, nessuna esclusività o assegnazione definitiva. Niente di tutto questo ma un bene che viene restituito alla città in vista dell’assegnazione definitiva con il rispetto del vincolo di destinazione turistico-alberghiera. E con una delibera votata all’unanimità. E soprattutto non ci arrendiamo alla logica del “sunnu tutti i stessi”, vi abbiamo dimostrato plasticamente che non è così e soprattutto non abbiamo paura delle figure. Perché chi ha paura delle figure spesso inciampa nell’ombra. E noi di questi inciampi non ne faremo mai”. Detto questo, il sindaco parla dell’immediato futuro dell’albergo. “Verrà parzialmente riaperto in vista dell’assegnazione definitiva che ne mantenga il vincolo di destinazione turistico-alberghiera. Oggi restituisce il proprio terrazzo ed i propri saloni e li presta ad attività culturali. Le attività dell’associazione Il Sottoscala, una onlus, darà la possibilità ai bambini che ne fanno parte di esporre quelle che sono le loro opere in terracotta per una associazione che opera nel campo della disabilità”. Inoltre, i saloni del Miramare ospiteranno una mostra di modelli plastici che riguardano e riproducono nei minimi particolari i palazzi storici della città. Plastici e modelli realizzati all’interno del “Laboratorio Modelli” fondato dalla dottoressa Flora Borrelli e realizzati in sinergia con studenti e docenti della Facoltà di Architettura con la supervisione dei professori Pennisi e Brandolino. Accanto a questo l’intenzione dell’amministrazione è quella di riportare la musica, chiedendo ed ottenendo la disponibilità da parte del Conservatorio Cilea i cui studenti, in attesa della predisposizione del bando, potranno esibirsi. Altre mostre riguarderanno le produzioni di artisti reggini ma di fama internazionale come Stellario Baccellieri. Presto anche una mosdtra riguardante il patrimonio artistico confiscato all’imprenditore Campolo. “La sinergia nata qualche mese addietro con il tribunale oggi arriva a compimento con la possibilità di acquisire i quadri confiscati all’imprenditore. Una nostra proposta che evidentemente il tribunale ha ritenuto credibile. Ventimila euro per allestire la mostra ci sono stati dati dalla Fondazione Carical”. Dopo aver fatto un excursus di tutto quello che l’amministrazione ha fatto in questi primi nove mesi, Falcomatà è andato a toccare la politica culturale delle amministrazioni precedenti. E sul Miramare afferma “Lo ha trasformato in deposito di tutto quello che non serviva più a Villa Zerbi. Tutti i cubi che servivano per realizzare la biennale di Arte e Cultura, attraverso la fondazione Baam, li abbiamo ritrovati all’interno del salone, come se fosse un cimitero degli elefanti”. Poi accenna alla storia del Miramare, chiuso nel 2004 per scadenza di contratto. “Una struttura perfettamente agibile, fruibile da parte dell’amministrazione e cittadini. Ma la scelta politica del tempo è stata diametralmente opposta. Viene concluso il contratto di locazione di durata di sei anni più sei, con i proprietari di Villa Zerbi. Carte alla mano, l’amministrazione del tempo ha versato nelle casse di un privato 2milioni e 300mila euro di solo affitto e per un bene privato. Un privato che quantomeno, con tutti questi soldi, avrebbe dovuto ripristinare almeno i cornicioni, o i balconi con il ferro a vista, non parlo della facciata o per la manutenzione del verde”. Falcomatà prosegue con dati e cifre sullo sperpero degli anni passati proprio nella gestione di Villa Zerbi con fiumi di danaro per consulenze e collaborazioni varie. “Oggi noi abbiamo difficoltà a recuperare tra le pieghe del bilancio persino 500 euro per riverniciare i muri della via marina devastata dai vandali, a fronte di un fiume di risorse, più di un milione di euro, per iniziative spesso generiche, anche nelle spese, elencate all’interno delle varie delibere e con esperti e consulenze pagate a peso d’oro. Molte di queste iniziative potevano essere fatte a costo zero”. “Noi – prosegue il primo cittadino – abbiamo deciso di fare altro, chiedendo il contributo di tutti a costo zero. Chi si avvicina all’amministrazione deve farlo con lo spirito di dare, senza la pretesa di ricevere. La città esce dalle secche contaminandosi di saperi e di energie. Ma poi non passate all’incasso perché, pur volendo non possiamo”. Nel finale del suo intervento smentisce la presunta parentela con Saverio Abenavoli, il neo amministratore delegato delle nuove società in house, Castore e Pollice, e sminuisce il ruolo dei presunti consulenti per la città metropolitana, “senza alcun potere decisionale, di guardare carte o di poter svolgere un qualsiasi ruolo”.