Parola d’ordine: contaminazione. Nell’esibizione dell’Opera Chaotique, protagonista di uno degli appuntamenti in programma a Tabularasa, confluiscono in maniera sapiente e calibrata diverse forme artistiche, ciascuna delle quali, e tutte insieme, capaci di solleticare l’anima e di farla vibrare al ritmo di un gesto musicale che si espande attraverso molteplici strutture espressive.
Il duo composto dal cantante lirico George Tziouvaras, alias Tenorman, e un batterista jazz Chris Koutsogiannis, alias Voodoo Drummer si è imposto alla platea di Piazza Italia con uno spettacolo surreale ed ironico, scandito da citazioni letterarie e sonorità coinvolgenti. A tenere la scena un pianoforte ed una batteria. A catturare il pubblico una sequenza di racconti con protagonisti improbabili che trascinano in un viaggio immaginario tra epoche e luoghi differenti. A far da cornice il repertorio del duo, frutto della fusione tra i brani originali dei loro due album “Death of the Phantom of the Opera” e “Poems of a Dirty Old Man”, intervallati da cover di Tom Waits e Depeche Mode e dalle più celebri arie d’opera italiana.
Non appare evidente al pubblico una struttura narrativa dominante. Tutto sembra affidato al genio esplosivo e alla potente carica teatrale di Tenorman che prende per mano gli spettatori e li conduce all’interno di una bolla onirica. La performance, riconducibile al crossover cabaret, è dalla forte connotazione internazionale. I brani sono in prevalenza eseguiti in lingua inglese con qualche concessione al francese ed al tedesco con l’effetto di rendere ancora più suggestivo il viaggio che conduce dal Marchese de Sade al Don Giovanni, passando da Maria Maddalena e Marie Laveau, la regina del voodoo a New Orleans.
La band greca si concede al pubblico reggino raccontando qualcosa di se e del proprio percorso artistico. Se l’ironia è il tratto distintivo del codice utilizzato dagli Opera Chaotique allo stesso tempo il leitmotiv del loro progetto musicale e delle esibizioni live sembra essere la letteratura maledetta e “deviante”, così come loro stessi la definiscono.
“Ci piace costruire le nostre performance aggiungendo anche altre forme d’arte – afferma cantante lirico George Tziouvaras – ispirandoci ad autori e pittori. Ci piace molto Bukowski e sulle sue poesie abbiamo composto musica, così come abbiamo fatto in passato con il Marchese de Sade. Tutti gli artisti più strani e pervertiti sono sempre una bella ispirazione”.
L’ultimo album del duo “Bukowski: Poems of a Dirty Old Man” si ispira proprio all’opera del grande scrittore statunitense, collezionista di maschere cattive, sempre in bilico tra realtà ed esagerazione, percorrendo il filo sottile dell’ironia. Lo spettacolo degli Opera Chaotique, infatti, inizia e finisce con Bukowski.
Il sipario sulla loro esibizione cala con i versi di “Ragazza in minigonna che legge la Bibbia” che suggestivamente recita “la mia radio suona musica sinfonica che lei non può sentire ma i suoi movimenti coincidono esattamente con i ritmi della sinfonia. Lei è bruna, è bruna, e legge la parola di Dio. Io sono Dio”.