di Domenico Grillone – Si chiama “Impronte ed Ombre” il progetto che ha come obiettivo la ricostruzione e la diffusione delle storie delle vittime di ndrangheta dimenticate. L’iniziativa, promossa dall’Osservatorio sulla ndrangheta e che vede come partners le associazioni “Sud”, “Quadrante Sud”, “Pentakaris” e LiberaReggioLAB, è stata presentata al Cafè Malavenda ed è rivolto a 40 studenti calabresi che saranno selezionati mediante apposito bando. Si tratta, in sostanza, di un percorso formativo, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale – che vedrà protagonisti, a partire da aprile 2015, proprio gli studenti che dovranno adoperarsi per realizzare dei prodotti culturali, performance teatrale e video-documentario, per raccontare l’identità dei luoghi attraverso la memoria e nell’attivazione di veri e propri percorsi di impegno civico nei comuni della provincia di Reggio Calabria. “Raccontare, conservare e valorizzare e veicolare, a livello nazionale e internazionale, la memoria in quanto patrimonio culturale – spiega Stefania Ziglio, responsabile area progetti dell’Osservatorio – attraverso l’uso di strumenti comunicativi efficaci ed innovativi, è questo il senso del progetto. Che vuol dire anche imparare professionalmente una macchina da presa o usare lo strumento del teatro. Tanto che lo slogan è: cinema e teatro contro le cosche”. Tutto il materiale prodotto verrà poi messo in rete nella piattaforma multimediale “Impronte ed Ombre” sulla memoria delle vittime innocenti di ‘ndrangheta e costituirà il primo portale completo su questo argomento. I contenuti verranno costruiti dai ricercatori in collaborazione con i giovani partecipanti durante tutto l’arco del progetto e anche successivamente. La piattaforma “Impronte ed Ombre” avrà la funzione di una vetrina web della memoria, oltre che strumento base delle attività progettuali, e costituirà, secondo i promotori, un potenziale antidoto contro la dispersione delle storie delle vittime calabresi e le difficoltà comunicative che per decenni ne hanno condizionato la memoria. “Si tratterà di un contenitore agile ed innovativo che raccoglierà in maniera completa ed organica tutte le storie delle vittime calabresi attraverso contenuti multimediali – aggiunge Francesca Chirico di Stop ndrangheta – ed in ogni caso bisogna ricominciare a raccontare la Calabria, ma questo lo diciamo da anni, utilizzando dei linguaggi che sono quelli dell’arte. Incrociare il lavoro della memoria, e quindi delle vittime, con il racconto attraverso l’arte che vede protagonisti non i professionisti ma i futuri cittadini, gli studenti universitari, che parteciperanno al progetto e che avranno poi il compito di andare nei propri territori a fare attività di sensibilizzazione. Insomma – conclude Francesca Chirico – fare memoria attraverso i linguaggi dell’arte garantisce anche un modo più fresco, che permette di arrivare più facilmente e profondamente allo spettatore”.