• La ‘ndrangheta voleva uccidere Gianni Speranza, Fava: ‘Finché lo Stato avrà due pesi…’

    Il boss Francesco Grande Aracri, fratello del reggente dell’omonima cosca, Nicolino, aveva in mente di uccidere il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza “…una botta in testa e finisce ammazzato”. “Mentre il sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, è ancora al proprio posto dopo aver pubblicamente lodato il reggente locale della ‘ndrangheta Francesco Grande Aracri, il sindaco di Lamezia Gianni Speranza apprende in questi giorni che Nicolino Grande Aracri, capo della cosca di Cutro e fratello di Francesco, intendeva ucciderlo”. E’ quanto dichiara Claudio Fava, vicepresidente della Commissione antimafia, “dopo avere appreso – si legge nel comunicato – i risultati delle indagini dei Ros sulla famiglia Grande Aracri e sul loro ruolo criminale egemone dalla Calabria all’Emilia”.

    “Fino a quando in Italia si tollererà – aggiunge Fava – che un sindaco amico di un mafioso resti in carica, nessuno si stupisca se quegli stessi mafiosi minacciano di morte un altro sindaco colpevole di fare correttamente il proprio lavoro. Per mesi abbiamo aspettato inutilmente che, con un gesto di decenza, il sindaco Coffrini si dimettesse. Quel gesto non è arrivato. Arriva invece la notizia che la famiglia Grande Aracri, lodata irresponsabilmente a Brescello, intendeva uccidere a Lamezia”.

    “Chiedo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – sottolinea ancora il vicepresidente Fava – di utilizzare le proprie prerogative valutando l’opportunità di rimuovere immediatamente il sindaco Coffrini dalla sua funzione. Sarebbe un gesto utile a garantire i tanti sindaci in prima linea nella lotta contro le mafie: quei sindaci, come Gianni Speranza, che alla famiglia Grande Aracri in Calabria hanno sbattuto sempre la porta in faccia rischiando la pelle, mentre il suo collega di Brescello ne tesseva, con sconsiderata impudenza, le pubbliche lodi”.