E’ duro nella sua risposta Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori. La sua lettera è rivolta a chi ha aggredito, Filippo Curtosi, segretario provinciale del suo sindacato, che questa mattina durante il sit-in (Leggi la notizia), ha cercato di parlare con i dipendenti. Parla di “accuse ingiuste, ingenerose e prive di fondamento” quelle rivolte a Curtosi che secondo i colleghi avrebbe la colpa di non essersi occupato pienamente della vicenda. “La Cisal – ha aggiunto Cavallaro – non può essere posta sul banco degli accusati quando ha assunto, da tempi non sospetti e con prove documentali anche giornalistiche, il suo più concreto e vivo impegno in difesa dei sacrosanti diritti dei lavoratori dipendenti della Provincia di Vibo Valentia”.
“E’ evidente – sottolinea – che la vile aggressione verbale espressa stamane nei confronti del segretario provinciale della Cisal, non può passare inosservata. Un gesto che va severamente condannato e che va chiarito in tutte le sue responsabilità personali o di gruppo”.
“E’ fortemente comprensibile – spiega comprensivo il sindacalista – lo stato di legittima disperazione di tutti i dipendenti ma non è consentito a chi vestendosi da scalmanato tenta di aggredire il segretario provinciale di un libero sindacato che, peraltro, evita danni fisici grazie al tempestivo intervento della polizia di stato”.
“In questa triste, avvilente e sempre più amara vicenda – conclude Cavallaro – la Cisal conferma il suo pieno sostegno alla grande lotta che i dipendenti della Provincia continuano a sostenere per una rivendicazione giusta, sacrosanta e legittima e proprio in funzione di tale impegno ed atteggiamento ha tutto il diritto di testimoniare, in ogni sede, la sua vicinanza alla gente che soffre, nella certezza che l’attenzione che viene impiegata per la soluzione della vertenza e che spesso non compare nei comunicati stampa, possa, alla fine, essere identificata dagli stessi lavoratori”.