Si è aperto questa mattina il processo relativo all’inchiesta “Purgatorio” che vede coinvolti, come imputati, Maurizio Lento, ex capo della Squadra Mobile di Vibo Valentia, il suo vice Emanuele Rodonò, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, e l’avvocato penalista Antonio Galati, oggi agli arresti domiciliari. L’inchiesta nasce da un’informativa del Ros di Catanzaro, all’epoca guidato dal maggiore Giovanni Sozzo, che ha ipotizzato presunte collusioni sulla base di intercettazioni ambientali e telefoniche.
Oggi è stato ascoltato il primo teste del processo, che tra accusa e difesa prevede 100 testimoni, l’ispettore Alfonso Esposito della Squadra Mobile di Catanzaro che ha deposto dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Esposito è stato sentito su delle indagini che avrebbe condotto per conto della dda di Catanzaro.
Il Tribunale, inoltre, per la seconda volta ha respinto la richiesta del Pm, Camillo Falvo, di riunire per identità di oggetto, il processo Purgatorio” a quello “Black Money” contro il clan Mancuso che si sta già celebrando e vede al banco degli imputati 24 persone.
Tra gli oltre 100 testimoni figurano magistrati, carabinieri, imprenditori, funzionari di Polizia e avvocati. Falvo ha anche chiesto la trascrizione di tutte le intercettazioni, che stanno alla base dell’inchiesta, con l’affidamento dell’incarico ad un perito.
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