di Stefano Perri – ”Le mie aziende sono vittime delle banche, una delle maggiori organizzazioni criminali presenti in Italia. Mi hanno rubato 6 milioni di euro e nonostante la sentenza della Cassazione non riesco ad ottenere il risarcimento che mi è dovuto. Questo perché hanno un potere intoccabile. Poi però si prostituiscono con i mafiosi concedendogli quello che vogliono. Sono stanco, arrabbiato e depresso”. Parla cosi l’imprenditore Antonino De Masi a margine dello sciopero organizzato dai Sindacati a Reggio Calabria. Una manifestazione alla quale De Masi ha partecipato convintamente.
”Non è un paradosso che io sia qui – ha spiegato riferendosi alla sua presenza in piazza – perché la mia vita e la mia storia lo testimoniano. I lavoratori e l’azienda sono sempre stati una famiglia. Nel mio caso non c’entra il conflitto sociale, c’è un conflitto di legalità”.
Da tre giorni i i 43 dipendenti della De Masi Costruzioni hanno iniziato uno sciopero della fame. Dopo aver denunciato per usura alcuni istituti bancari, il Gruppo De Masi è stato costretto a chiudere una delle sue aziende, comportando il regime di cassa integrazione per i dipendenti, in scadenza alla fine di questo mese.
Della vicenda si è occupata anche il Ministro degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta che ha promosso un tavolo al quale hanno partecipato il viceministro allo sviluppo economico Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ed i funzionari del ministero. Proprio domani il Ministro incontrerà l’imprenditore Antonino De Masi per definire una soluzione da proporre agli istituti bancari coinvolti, con i quali è previsto un confronto il prossimo giovedi 18 dicembre.