di Clara Varano –
Hanno perso il lavoro. Si ritrovano senza stipendio, senza possibilità di riaverlo, almeno per ora, e senza un interlocutore preciso con cui discutere. Sono i 172 dipendenti della Fondazione “Tommaso Campanella”, licenziati nei giorni scorsi. In questo momento si trovano a palazzo Alemanni nell’attesa di incontrare qualcuno della Giunta, “si spera la Stasi”, per capire quale sia il loro destino. Ieri ne hanno discusso con il management della fondazione, che li ha rinviati dal commissario Luciano Pezzi. Oggi ne hanno parlato con Pezzi stesso ed ora si rivolgono alla politica. (GUARDA I VIDEO)
Il clima al dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie, dove i dipendenti cercano risposte e soluzioni è teso. Pezzi, dopo aver ricevuto una delegazione, ha parlato ai lavoratori chiarendo che “saranno attivati, come da programma e considerata la necessità regionale, le attività di Hospice e di Adi, Assistenza domiciliare integrata all’interno della Fondazione”.
Il commissario ha preso con i dipendenti licenziati anche l’impegno di rivedere la legge regionale 63, che conferma la Fondazione Tommaso Campanella, quale ente di diritto privato, finalizzato a garantire l’assistenza oncologica. “Appena si insedierà la nuova Giunta regionale proporrò di riesaminare la possibilità di ampliare le funzioni della Campanella aggiungendo a quella oncologica, quella non oncologica, ma anche altro. Questo, assieme all’Hospice e all’Adi, consentirà di assorbire una parte del personale licenziato. L’intendimento è quello di non abbandonare nessuno, ma ad oggi non possiamo prendere impegni ed il mamagement della Fondazione deve fare la sua parte. Dobbiamo ricordare che la Tommaso Campanella è un ente privato e che segue regole privatistiche per assunzioni e licenziamenti. Su questo io ho le mani legate”.
Sulla possibilità di rendere la Campanella un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, il cosiddetto Irccs, Pezzi ha aggiunto: “La Fondazione al riguardo non ha mai attivato le procedure per ottenere il riconoscimento come Irccs, che segue una normativa nazionale ben precisa. Se quelle procedure non saranno attivate non si potrà ottenere nulla al riguardo”.
Le dichiarazioni di Pezzi hanno scaldato gli animi dei presenti e i dipendenti hanno chiesto gridando “le immediate dimissioni” di Mario Martina e Paolo Falzea, direttore generale e presidente della Fondazione. “Loro hanno mantenuto il posto di lavoro – spiegano a Pezzi – e noi siamo in mezzo ad una strada. Dovete mettervi d’accordo, perché il management della fondazione dice che dobbiamo parlare con Pezzi e voi dite che dobbiamo parlare con loro. Intanto siamo noi a non avere più né lavoro, né soldi. Assicurarci che una parte dei lavoratori, forse sarà reintegrata, non ci basta. O tutti o nessuno!”.