di Claudio Labate – Il Comune di Reggio Calabria non è più un ente strutturalmente deficitario. Rispetta il Patto di stabilità e riduce il disavanzo sotto i 100 milioni di euro. Ottenendo anche il parere favorevole del Collegio dei revisori dei Conti (Silvano Chiaravalloti, Evaristo Perrotta e Gregorio Versace).
I Commissari (Gaetano Chiusolo, Giuseppe Castaldo e Carmelo La Paglia) chiudono il Rendiconto 2013, con la forza dell’ottimismo. Nella relazione illustrativa che accompagna il documento economico ritengono di aver tracciato la strada giusta, ‘’idonea a riportare, entro la prevista durata della Commissione, l’azione amministrativa nel solco della piena efficienza e regolarità’’. Due aggettivi che vengono esaltati sia per l’attività svolta dagli uffici comunali, sia per quanto concerne l’attività in precedenza posta in essere dalle società miste, ‘’assicurando – dicono loro – un sufficiente livello di quantità dei servizi resi alla collettività’’. Su quest’ultimo punto non troveranno certo d’accordo la cittadinanza, per via di mille vicissitudini che hanno accompagnato fin qui la Commissione che comunque ammette ‘’l’indispensabile rigore nella gestione dell’Ente’’ e la conseguente ‘’gravosità dell’imposizione tributaria a carico dei cittadini per la fruizione dei servizi offerti.
Una serie di concetti che appaiono buoni per la relazione, ma difficilmente riscontrabili nella vita di tutti i giorni dei reggini. Ma d’altra parte la programmazione della Commissione è stata necessariamente rivolta e limitata agli adempimenti volti al ripristino della legalità e al risanamento finanziario dell’ente. Forse in maniera talmente rigida e unilaterale da non poter essere apprezzata almeno nell’immediato.
I numeri del Rendiconto
Meno 99.733.860,93 euro. A tanto ammonta, a chiusura dell’esercizio 2013, il disavanzo di amministrazione di Palazzo San Giorgio. Un risultato che rappresenta la combinazione della gestione di competenza (il cui saldo si chiude con un segno positivo: 37.484.527,59 euro) e della gestione dei residui (che invece è negativo per 26.300.347,53 euro). Il tutto rapportato all’avanzo di esercizio precedentemente applicato pari a -110.918.040,99 euro.
Analizzando separatamente il risultato per quanto riguarda invece le diverse gestioni si ha per la parte corrente un saldo positivo di 11.643.276,37 euro; così come positivo è il saldo della gestione in conto capitale (13.526.955,33 euro); negativo invece il saldo della gestione dei servizi per conto terzi (-813.659,75 euro).
Ma per Palazzo San Giorgio i dati inducono ad un generalizzato ottimismo visto che si certifica che il grado di attendibilità e di definizione delle previsioni iniziali rispetto alle previsioni definitive, risultanti dal bilancio assestato, è di oltre il 99%. Le entrate sono state realizzate nella misura dell’81,57% rispetto alle previsioni, mentre per quanto riguarda le spese, sono state impegnate nella misura del 75,93% rispetto alle previsioni.
Rispettato il Patto di stabilità interno 2013, così come rispettate sono state le sanzioni previste per aver sforato il Patto nel 2010, ma accertato solo nel 2012. Riconosciuti debiti fuori Bilancio per un ammontare di 32.611.077,67 euro
Palazzo San Giorgio non è più un ente strutturalmente deficitario. E d’accordo con la Commissione straordinaria è anche il Collegio dei Revisori che prende atto del rispetto di 6 parametri obiettivo su 10 rispetto all’accertamento della condizione dell’ente. Le criticità riscontrate, neanche a dirlo, sono sempre lì, nella gestione dei residui attivi e passivi.
I Residui attivi sono pari a 597.749.315,09 euro, mentre i Residui passivi si attestano a 735.906.140,97. Sull’intera tematica il Collegio dei revisori non fa giri di parole e rileva che ‘’il monte dei residui attivi e passivi è tuttora estremamente elevato. Il Collegio deve constatare, nonostante i solleciti effettuati, la ancora incompleta attuazione dei meccanismi correttivi per rendere maggiormente efficiente la fase di riscossione. Si invita, pertanto, nuovamente l’amministrazione comunale ed i responsabili di servizioad attivare una seria e strutturata azione tesa, già nell’immediato, a ridurre l’importo del monte residui attivi, anche nell’ottica della gestione contabile per cassa degli enti locali, che deve essere adottata nell’esercizio finanziario 2015, dove i residui da riportare devono essere ricadenzati nell’esercizio corrente. Analoga operazione va fatta anche per i residui passivi la cui entità finale dovrà essere riportata nel bilancio dell’esercizio finanziario 2015’’.
Resta negativa l’attività di recupero dell’evasione tributaria: Per il recupero dell’Ici a fronte di un accertamento superiore ai 6 milioni di euro ne sono stati riscossi poco più di 633 mila euro. Così come per il recupero Tarsu: rispetto ad un accertamento di quasi 10 milioni ne sono stati recuperati poco meno di 1,5 milioni di euro.
Il Bilancio della Commissione straordinaria
La Commissione ha individuato nell’ambito degli aspetti di criticità messi in evidenza nella relazione dello scioglimento, una serie di priorità anche in relazione alla natura tecnica e al limitato arco temporale dell’organo. La Relazione di accompagnamento al Rendiconto 2013 ne dà sinteticamente conto:
Riordino delle società miste, con particolare attenzione a quelle interessate da tentativi di infiltrazione mafiosa: è stato approvato il Regolamento sull’organizzazione dei controlli sulle società partecipate e ridotti da 5 a 3 il numero dei componenti dei Consigli di amministrazione nominando dirigenti e dipendenti interni in rappresentanza dell’Ente, con conseguente risparmio di spesa.
Situazione debitoria: all’atto dell’insediamento della Commissione straordinaria l’Ente presentava, sulla base delle risultanze del Rendiconto 2010, un disavanzo di 118.462.284,82 euro, successivamente ridottosi a 110.918.040,99 per come evidenziato dal Rendiconto 2012 approvato nell’aprile del 2013. Tuttavia l’esistenza di alcuni debiti fuori bilancio, unitamente al disavanzo hanno continuato a irrigidire la struttura della parte corrente del Bilancio, ulteriormente aggravato dai tagli dei finanziamenti statali di 5.252.452,00 euro a causa del mancato rispetto del Patto di stabilità del 2010. Per far fronte a tutte le criticità la Commissione è ricorsa alla procedura prevista dall’art.243 bis del DLgs 267/2000 approvando il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale nel luglio del 2013. Detto Piano è stato bocciato dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti. Il Comune ha presentato ricorso, grazie al quale è stata sospesa la procedura di dissesto richiesta dall’Organo contabile, ed è ora in attesa della decisione definitiva che verrà fuori dall’udienza del prossimo 14 maggio. Nel frattempo sono state deliberate, nella misura massima consentita, le tariffe dei servizi locali (smaltimento rifiuti e servizio idrico in particolare, ma non solo), e utilizzata in toto (‘’erogata interamente’’ si legge nella relazione della Commissione) l’anticipazione concessa dalla Cassa depositi e prestiti di 187.502.903,42 euro per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione.
Altro punto posto all’attenzione dalla Commissione straordinaria è la revisione del sistema dei contratti pubblici. In tal senso è stata emanata apposita direttiva per l’applicazione costante della richiesta di informazione antimafia anche per gli appalti di valore inferiore alla soglia comunitaria; è stata sottoscritta l’adesione alla Stazione unica appaltante provinciale insieme al ricorso alle convenzioni Consip nonché il ricorso al mercato elettronico della PA per la fornitura di beni e servizi sotto soglia; ed infine è stata creata una white list di imprese da interpellare per gli interventi di somma urgenza.
Sul versante della gestione del territorio e dei beni patrimoniali dell’Ente, si parla di azioni di controllo intensificate per contrastare l’abusivismo edilizio e l’attuazione delle ordinanze di demolizione dei manufatti abusivi; insieme alla sottoscrizione di un protocollo di legalità nel settore delle autorizzazioni in materia di commercio; è stato anche approvato il Regolamento comunale per la concessione in uso dei beni immobili confiscati alla ndrangheta, da riutilizzare ai fini pubblici e sociali.
L’ultimo capitolo la Commissione lo dedica al Settore Avvocatura civica, dove è stato approvato il regolamento per il suo funzionamento e l’attribuzione e la rappresentanza dell’ente in giudizio ai dirigenti ‘’conseguendo importanti risultati sia in termini di riduzione dei costi che in termini di efficacia nella tutela dell’Ente’’.