Sempre nello studio sugli imputati coinvolti in tangentopoli e sulla percezione della corruzione in Italia realizzato da Davigo e Mannozzi, Caligiuri sottolinea ancora che, "ci ha dimostrato che il coinvolgimento giudiziario non ha interrotto molte carriere politiche e, in definitiva, non ha per nulla ridotto la corruzione nella politica e nella pubblica amministrazione". "In un quadro del genere, a mio avviso, -scrive il politologo- si colloca l’odierno dibattito sull’immunita’, che tende a scavare ancora di piu’ il solco con i cittadini (come ha osservato sul nostro giornale ieri Augusto Barbera) come e’ accaduto con l’indulto di due anni fa, che per i parlamentari prescriveva addirittura reati che ancora non erano stati accertati". "Non entro nel merito sugli arresti di ieri mattina in Abruzzo, e -continua- mi auguro che tutte le posizioni vengano presto chiarite, ma non posso non constatare come la sanita’ rappresenti un ideale terreno di incontro tra politica ed affari, ed in alcune aree anche con la criminalita’. Sarebbe interessante verificare in tutte le regioni italiane quante siano le inchieste giudiziarie che riguardano il settore e sarebbe ancora piu’ utile controllare i meccanismi con i quali, al nord come al sud, vengono individuati i direttori generali delle aziende sanitarie". "Di certo, -conclude il politologo- i tre quarti dei bilanci delle regioni riguardano la sanita’ e dove maggiori sono le risorse si puo’ trovare di tutto. Per esempio, la recente relazione sulla sanita’ in Calabria, presieduta dal prefetto Silvana Riccio, che e’ stata anche Alto Commissario per la lotta alla Corruzione, un organismo che non andrebbe soppresso, ha evidenziato intrecci, disfunzioni, sprechi. Ma non si muove foglia. Come mai, Ministro Sacconi?". (Adnkronos)