E il bacio rubato divenne reato penale. A ribadirlo la Corte di Cassazione che ha condannato ad un anno e due mesi di reclusione un funzionario di polizia con l’accusa di violenza sessuale per avere estorto con violenza un bacio sul collo ad una collega inferiore di grado. Per i giudici della Corte
non sono valse le scuse addotte dal poliziotto di normale e vigoroso corteggiamento. Sul luogo di lavoro le avance portate avanti con insistenza, con abuso di autorità e contro il volere di chi le subisce, diventano reato a tutti gli effetti. Che sia un bacio a fior di labbra, sul collo o la classica “pacca sul sedere” la questione non cambia. Con la sentenza n. 19808 depositata oggi a piazza Cavour, la Suprema Corte, rigettando il ricorso presentato dall’uomo e confermando la condanna, ha ribadito la cosa confermando le considerazioni espresse nel 2004 con la sentenza n. 37395, nella quale avevano fissato i limiti della condotta tipica del reato di violenza sessuale, ovvero “qualsiasi azione che possa ledere il bene giuridico di libertà sessuale, non solo quindi la congiunzione carnale o gli atti di libidine”: per questo fu confermata allora la condanna per un magistrato accusato di aver dato una pacca sul sedere proprio a una dirigente del Palazzaccio e ad altre impiegate. Non la pensavano così i giudici nel 2001 quando sentenziarono che “se isolato e repentino il palpeggiamento del fondoschiena non costituiva offesa alla sfera sessuale della donna e quindi reato”. Atteggiamento mutato nel 2004 quando invece venne stabilito che “per quanto veloce e non atta a soddisfare pienamente l'istinto sessuale, la pacca è reato in quanto violenza sessuale che integra un’aggressione alla sfera sessuale della vittima”. Dietrofront dunque della Suprema Corte che condannò ad un anno e due mesi di reclusione un romano che aveva dato una “fuggevole toccata ai glutei” di una barista. Già quest’anno un direttore di banca era stato condannato per aver tentato di baciare seppur con un “mero sfioramento delle labbra” una dipendente dell'istituto di credito che dirigeva. La Cassazione confermò infatti la condanna a 14 mesi di reclusione, con la condizionale, confermando il reato di violenza sessuale. Insomma sul luogo di lavoro le avance è meglio evitarle. Mani in tasca e distanza di sicurezza. Per i nostalgici è meglio stare all’erta: palpatine e baci rubati non sono romanticherie anni ’60, sono reato!