di Grazia Candido – “L’ospedale deve dare sempre il meglio, deve essere l’unica cosa che funziona bene in una città dove anche se non funziona nulla, il presidio ospedaliero deve operare al 100 per 100 perché il diritto alla salute è un principio al quale non si può rinunciare”.
Il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Reggio Calabria Frank Benedetto non ha alcun dubbio e anche se “sono stati fatti dei passi in avanti, la battaglia per una sanità migliore non è finita. Si punta adesso a fare del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli” il fiore all’occhiello della città”.
Partiamo dal reparto di ematologia considerato un polo d’eccellenza della Calabria. Secondo lei di cosa ha ancora bisogno il reparto?
“E’ importante la parte strutturale, l’ospedale ormai è obsoleto e non è organizzato secondo i canoni e i livelli europei. Se non miglioriamo questo aspetto non possiamo fare il salto di qualità che, in questo momento, occorre invece fare. Ma in cantiere ci sono tante novità. I professionisti non ci mancano e nemmeno la voglia di fare squadra”.
Si parla di polo onco-ematologico da realizzare presso il nuovo ospedale Morelli. E’ un’ipotesi di lavoro o anche su questo fronte ci sono novità?
“Il polo onco-ematologico sarà consegnato al Morelli entro l’anno e sarà un centro tumori con la nuova ematologia, il centro trapianti di midollo osseo, l’oncologia, la fisica, la banca farmacologica che produce i farmaci antipiastrinici, insomma tutte le attività necessarie per un dipartimento onco-ematologico. Questo sarà il salto di qualità perché è stato disegnato e lo stanno completando secondo i dettami e le rigorosissime normative di questa tipologia di costruzione. E’ chiaro che quando dentro la parte strutturale, ci metteremo il personale ampiamente qualificato che già l’azienda ospedaliera ha, centreremo un altro importante obiettivo. Una grande mano di aiuto la daranno anche gli OSS (operatori socio sanitari) recentemente assunti. Questa direzione ha a cuore moltissimo la parte onco-ematologica e ne ha fatto un suo cavallo di battaglia dopo la cardiochirurgia che era un’emergenza da raggiungere. Oggi, il nostro secondo step sta per concretizzarsi”.
Non crede che sarà necessario realizzare all’interno del centro onco-ematologico anche la rianimazione?
“Secondo gli standard non è prevista una rianimazione per il polo onco-ematologico fermo restando che, all’ospedale Morelli, abbiamo creato una struttura di supporto di tipo rianimatorio e anestesiologico attiva dalle ore 8 alle 20 e reperibilità dalle 20 alle 8 del mattino. Quindi, diciamo che è tutto sotto controllo”.
Qual è l’attuale stato di salute e quali sono le prospettive dell’ospedale?
“Il nostro ospedale è malaticcio però cerchiamo di porre rimedio a tutta una serie di problematiche che avrebbero dovuto affrontare in passato. Non dimentichiamo che, per 10 anni, non si è mai assunta una persona. Da qui, una serie di difficoltà pratiche per la pesante carenza di organico. Oggi invece, abbiamo avuto una serie di autorizzazioni che ci hanno consentito di migliorare il profilo assistenziale e soprattutto, di aver gli operatori socio sanitari, oltre 100 persone, che aiutano i pazienti. L’ospedale è un bene pubblico che dobbiamo custodire perché se una persona non può prendere un aereo, un treno, viaggiare con la macchina per andare a curarsi fuori, come fa? Bisogna curarsi nella propria città e il nostro ospedale deve diventare un grande presidio e dare ai cittadini, servizi qualitativamente buoni ed efficienti. La sanità calabrese deve funzionare bene come nelle regioni più avanzate tipo la Lombardia”.
A che punto è l’iter del nuovo ospedale finanziato dall’Inail e del parcheggio presso il vecchio ospedale Riuniti?
“Abbiamo completato tutto l’iter nei tempi previsti dal crono programma e abbiamo mandato il necessario alla Regione. Credo che sia imminente il bando europeo per la costruzione del nuovo ospedale. Stessa cosa per il parcheggio, una parte a superficie e una interrata, per un totale di circa 2000 posti auto”.
Nei mesi scorsi, è trapelata sulla stampa la notizia che alcuni beni confiscati alla ‘ndrangheta sarebbero stati utilizzati dall’ospedale su concessione della Regione per creare residenze al servizio delle famiglie dei degenti. Che novità abbiamo?
“Questa era una mia richiesta che avevo fatto su alcuni beni confiscati adiacenti all’ospedale da utilizzare come abitazioni per i familiari dei pazienti non residenti in città. Ho sollecitato il consigliere regionale Arturo Bova delegato referendario per la Regione Calabria e mi è stato garantito che, da qui a poco, ci sarà l’assegnazione di questi immobili all’azienda ospedaliera. Ad oggi però, non ho nulla di ufficiale. Vorremmo fare dei mini appartamenti per le famiglie bisognose che vengono da altre province in modo che evitino di viaggiare e diano supporto ai loro familiari malati. L’umanizzazione dei reparti non è più un’utopia ma è realizzata nei fatti: stiamo aprendo tutto l’ospedale per i familiari. Un passo alla volta per una sanità migliore”.