Il presidente della Corte costituzionale Alessandro Criscuolo ha disposto il rinvio al 19 gennaio della camera di consiglio che deve esaminare tra l’altro la ammissibilità dei referendum sulle trivelle e le norme sulle perforazioni per l’estrazione di idrocarburi. I quesiti referendari, secondo quanto riferito dall’Ansa, promossi da 10 Regioni – Calabria, Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Liguria, Campania e Molise – erano sei. La Cassazione, cui spetta il primo vaglio di legittimità, li aveva in un primo tempo accolti. Poi e’ intervenuta la legge di Stabilità, che ha per così dire “sanato” molti dei punti su cui ruotavano i referendum abrogativi, compreso quello sul divieto di perforazione entro le 12 miglia marine dalla costa, che resta. La Cassazione ha quindi dovuto nuovamente esprimersi ed è sopravvissuto un solo referendum: quello che riguarda, in sostanza, la durata delle autorizzazioni a perforare ed estrarre. Una durata che la legge estende a tutta la vita del giacimento ed è proprio questa la disposizione che si chiede di abrogare. La decisione di rinviare al 19 gennaio la camera di consiglio dei giudici costituzionali è stata presa per consentire ai legali, che già avevano depositato memorie sulle scorta della precedente decisione della Cassazione, di rivederle e di depositarle alla luce dell’ultima pronuncia della Suprema Corte.