Snellimento delle pratiche, rotazione e riduzione dei dirigenti, incremento della trasparenza e attribuzione certa di meriti e responsabilità sui singoli procedimenti. E’ la riforma della burocrazia calabrese firmata Antonio Viscomi che ha presentato la sua idea, in parte già operativa, di una nuova burocrazia a Catanzaro.
La Regione Calabria dopo aver assorbito 481 dipendenti delle Province, ora conta su oltre 2200 unità, la macchina burocratica che già prima era definita elefantiaca, oggi si presenta ancora più appesantita. Al centro della riforma le posizioni dei dirigenti, naturalmente, che, come ha spiegato il vicepresidente della Giunta, sono in totale distinguendo tra generali, di settore e di servizio, ben 179, l’uno dipendente dall’altro con a seguito i responsabili del procedimento, le posizioni organizzative ed un lungo et cetera. Viscomi ha previsto una progressione orizzontale che prevede una linea diretta tra dirigenti generali e di settore che prevede 11 dipartimenti, 8 direttori generali interni e 126 dirigenti di settore, firme e responsabilità diretta annesse tenendo conto anche dell’aspetto retributivo.
Tre fasce retributive che andranno da un massimo di 45mila euro ad un minimo di 29mila euro sommate alla retribuzione di base.
Nasceranno anche, per ciascun dipartimento, un ufficio Affari generali, giuridici ed economici per agevolare il lavoro di controllo, interno ed esterno, su quanto fatto dal dipartimento.
Intanto già da venerdì scorso, i decreti sulla microorganizzazione dei singoli settori sono stati pubblicati sul sito della Regione Calabria. Dopo la visita del presidente Mattarella si passerà al vaglio delle singole posizioni dirigenziali stabilendo la fascia di rischio. Solo dopo si convocheranno i dirigenti perché chiariscano quale posizione corrisponde alle loro esperienze e alla loro professionalità. Solo dopo, conseguentemente, la rotazione dei dirigenti.