Di Marina Malara – Tensione all’interno del Partito Democratico calabrese che scaturisce da una diffusa insoddisfazione di un ampia maggioranza di delegati dell’Assemblea Regionale nei confronti del segretario Ernesto Magorno. Si tratta di ben 174 “frondisti” che hanno sottoscritto ben due documenti per la richiesta della convocazione dell’Assemblea entro e non oltre il 15 novembre per affrontare lo scottante tema della sanità. Considerando che si tratta di ben oltre la metà dei componenti l’organismo, il problema per Magorno diventa serio ed infatti convoca subito il parlamento democratico per il 28 novembre. La data, a nostro avviso, è scelta ad hoc per dimostrare sollecitudine nella convocazione ma non tanta da obbedire al dictat del 15 novembre. Ma i guai per il segretario regionale del Pd sono dietro l’angolo e stavolta difficilmente potrà sottrarsi dal svolgere il suo ruolo di collegamento con il governo nazionale. Semplificando il tutto, è sotto gli occhi di tutti lo scontro quotidiano tra il governatore Oliverio e il commissario al piano di rientro sanitario Massimo Scura. I ben informati assicurano che i 174 dissidenti che hanno firmato il documento facciano parte della corrente che appoggia Mario Oliverio. Appare evidente, a nostro parere, che attraverso questa assemblea, si voglia fare pressione su Magorno affinché faccia a sua volta pressione su Renzi per defenestrare Scura e affidare la sanità al governatore. Non per caso i 174 parlano di gestione commissariale, disposta dal governo nazionale, fallimentare. “Non si attua il Piano di rientro dal disavanzo sanitario e soprattutto si allontana sempre di più l’obiettivo di un servizio riqualificato. Non si tagliano gli sprechi, né si razionalizza la spesa. I livelli essenziali di assistenza sono preclusi a vaste aree territoriali della regione. I servizi ospedalieri sono sempre più dequalificati.” Ma il vero fine del documento emerge nel fatto che “nonostante la maggioranza dei calabresi avesse dato fiducia a Mario Oliverio, al Presidente della Giunta regionale eletto è stato impedito di cimentarsi nel tentativo di riordino e riqualificazione della sanità. Il partito dovrebbe puntare al raggiungimento dell’obiettivo di riqualificazione del servizio sanitario e invece, va assumendo su di sé la responsabilità dell’insufficiente azione interpretata dai Commissari Scura ed Urbani». Il messaggio è chiaro ed Ernesto Magorno corre ai ripari, non senza mettere i puntini sulle i, anche nel tentativo di pararsi le spalle.«Sulla necessità di aprire sulla sanità una discussione franca e risolutiva nell’interesse dei calabresi non possono esserci guelfi e ghibellini all’interno di un partito su cui grava la responsabilità del governo, nazionale e regionale», scrive Magorno in una nota, “la sanità è in cima all’agenda politica del nostro partito in maniera indistinta, senza differenziazioni. La richiesta di discutere in assemblea regionale delle questioni che riguardano la sanità si può quindi considerare sottoscritta da tutti. Non solo tutti i componenti dell’assemblea regionale ma anche tutti i democratici calabresi”. Poi il segretario del Pd in Calabria chiarisce: “Nessuno si illuda che sulla sanità, e su altre questioni dirimenti per lo sviluppo e il futuro della Calabria, il nostro partito possa dividersi. Il Pd ha costituito la consulta sulla sanità perché vuole fare una discussione sul merito delle questioni, e – continua il segretario regionale del Pd – dare il proprio contributo prima di tutto sostenendo l’azione di governo della giunta regionale guidata dal presidente Mario Oliverio, non certo per distribuire nomine». Infine Magorno fa intravedere la scappatoia che sarebbe quella di “chiudere il capitolo del piano di rientro, i bravi commissari fanno il proprio lavoro quando concludono l’azione per cui sono stati chiamati ad intervenire: ai commissari ad acta alla sanità chiediamo di velocizzare questo processo per fare della Calabria una regione normale”.
