Quali sono gli “ingenti fondi pubblici” di cui disporrebbe il senatore Ncd Giovanni Bilardi e ai quali fa riferimento il gip di Reggio Calabria Olga Tarzia nella richiesta di arresto del parlamentare? È il quesito al quale dovrà rispondere nei prossimi giorni il presidente del Senato Piero Grasso, al quale la Giunta delle immunità ha chiesto lumi, rinviando di fatto la decisione sull’autorizzazione a procedere almeno alla settimana prossima. Oggi era prevista infatti la relazione del presidente Dario Stefano (Sel) sulla vicenda ma all’inizio dei lavori Giorgio Pagliari (Pd) e Andrea Augello (Ncd) hanno chiesto chiarimenti proprio su un passaggio riportato verso la fine dell’ordinanza: “Il rischio di reiterazione del reato – motiva il giudice delle indagini preliminari Tarzia nella richiesta di domiciliari per l’onorevole – va rilevato come certamente l’attuale incarico politico-istituzionale di massimo prestigio colloca il Bilardi nella posizione ideale per continuare a commettere reati della stessa specie per i quali si procede nei suoi confronti (falso e peculato, ndr). Nella veste di senatore della Repubblica, infatti, egli viene a godere della disponibilità di ingenti fondi pubblici a diverso titolo”.Una notazione, quest’ultima, che ha fatto storcere il naso a più di un commissario. Compreso il Pd, dove – all’ennesima richiesta di arresto della legislatura (la quarta in due anni) – si è fatta strada l’idea che la magistratura stia esorbitando dai propri poteri e sia necessario quindi porre un argine. Di qui la decisione di chiedere chiarimenti a Grasso (Augello si è spinto più in là, chiedendo di ascoltare il capogruppo Renato Schifani): la proposta è passata coi soli voti contrari di Felice Casson (Pd) e del Movimento cinque stelle. Prevedibile la conseguenza, come osserva al VELINO una fonte parlamentare: Grasso rileverà che Bilardi non dispone di fondi fuorché della retribuzione da parlamentare (quelli del gruppo non possono essere annoverati come a disposizione dei singoli onorevoli) e, in base a tale responso, questo fornirà l’occasione per affermare che c’è fumus persecutionis nella richiesta di arresto dell’esponente di Nuovo centrodestra. Se non a tutti i partiti, quanto meno a quelli più restii a concedere le autorizzazioni a procedere. Nell’immediato il risultato è comunque di far slittare i lavori: niente seduta stasera, come inizialmente ipotizzato, né domani. Se ne riparlerà martedì o mercoledì della settimana prossima. (ilVelino)