Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare, ieri davanti alla Corte costituzionale, la parte del collegato alla finanziaria approvato lo scorso 21 aprile dalla Regione e relativo alla gestione dei pagamenti delle strutture residenziali e lo ha fatto dopo una segnalazione del commissario ad acta Massimo Scura. Secondo quanto si evince dal comunicato di Palazzo Chigi “alcune disposizioni riguardanti le prestazioni sanitarie interferiscono con i poteri del Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario e, conseguentemente, violano l’articolo 120 della Costituzione. Tali disposizioni contrastano inoltre con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica e di tutela della salute, in violazione dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione”.
La legge mette in capo ad un solo dipartimento la gestione e il pagamento delle strutture residenziali che vengono pagate con due fondi separati, quelli della Salute e quello delle Politiche sociali e si è resa necessaria, secondo quanto riferito dall’amministrazione Oliverio, per evitare doppi pagamenti alla medesima struttura. “Al fine – dunque – di garantire l’uniformità ed il coordinamento unitario delle procedure di liquidazione delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie erogate dalle strutture accreditate (RSA medicalizzata, Ras anziani, Ras disabili, Casa protetta anziani, Casa protetta per disabili), rientranti nella categoria della ‘Riabilitazione a ciclo diurni compresi’ e delle ‘Prestazioni riabilitative, educative e di socializzazione in regime semiresidenziale, nella fase di lungo assistenza, compresi i servizi di sollievo alle famiglie'” e ciò è stato fatto salvando il tetto di bilancio, trasferendo ogni responsabilità al dipartimento Tutela delle Salute e Sanità, nell’ambito integrato del Fondo Sanitario Regionale.