“I dati non sono ufficiali ma è impossibile che non lo diventino”. Commenta così il risultato elettorale delle elezioni regionali Giuseppe Soluri, presidente dell’Ordine dei Giornalisti Calabria. Soluri, poi, si sofferma sull’analisi del débâcle dell’affluenza alle urne: “Il dato dell’affluenza – ha detto Soluri – è dovuto a quella che è stata definita efficacemente la disaffezione della politica. La politica ha dato di sé una pessima prova in tanti lustri in questa regione e in questo Paese. C’è un allontanamento generale che emerge anche dal dato dell’Emilia Romagna. Tutto sommato in Calabria anche in misura inferiore rispetto al dato emiliano. Questo dipende dal fatto che molta gente non si riconosce più nei tanti partiti e nei tanti uomini che ha sempre votato. Soprattutto ha iniziato a credere, sbagliando probabilmente perché la politica è l’elemento guida di una società, che sia inutile votare per chiunque, perché tanto non cambia niente. Il motivo è stato duplice: nelle liste ci sono molti vecchi esponenti di vecchi pariti, di tutti i partiti, e rispetto a questi, magari la gente ha questa forma di ‘repulsione’, poi ci sono una serie di personaggi semisconosciuti che non hanno attratto consensi. Un duplice allontanamento dalle liste, dunque. Rimane il dato che comunque chi è andato a votare ha espresso più del 60% di preferenze per Oliverio, che quindi è un presidente non solo legittimato, ma ultra legittimato e con un potere notevolissimo. C’è uno scarto tra lui e la seconda arrivata, che secondo me era imprevedibile, nonostante fosse prevedibile la sconfitta, non lo era in questi termini. Uno scarto che non si e mai visto in Calabria. Il mio augurio è che Oliverio non solo riesca ad individuare le scelte giuste per la regione, ma che le porti a compimento al contrario di quanto è successo fino ad oggi. Oliverio ha la possibilità per farlo perché è dotato di una personalità molto forte e anche se qualcuno pensa che possa essere condizionato da tizio o da caio, è una persona molto autonoma e quando è necessario autoritaria”.
