E’ di ieri la notizia che la Federcalcio dice basta ai giocatori in comproprietà. Si chiude un’era senza che venga dato il placido assenso della Lega di Serie A. L’istituto, molto in voga in Italia, per la possibilità di avere in proprietà compartecipata uno stesso giocatore, da luglio non potrà più essere utilizzato. “La comproprietà rappresenta un istituto tipico italiano – ha spiegato Giancarlo Abete in Calabria per l’inaugurazione del Centro di formazione federale Figc-Lnd -. Non esiste nell’ordinamento Uefa e noi abbiamo solo voluto uscire da una situazione di atipicità che persiste nel nostro Paese”. Quindi, l’stituto, largamente utilizzato da tutti i club, sparisce. In Calabria, ad esempio, situazioni come quelle di Russotto, Martignago, Orchi per il Catanzaro e Rizzo, Fischnaller e Arrichini, per la Reggina, dovranno essere riviste. Per questi casi, spiega Abete, “resta la possibilità di rinnovare per un anno le compropietà ancora esistenti, ma si tratta di una norma transitoria, l’istituto viene meno. Diamo il tempo tecnico per accompagnarne l’esaurimento”. “Non tutte le società erano favorevoli, anche se la maggioranza dei club della Lega di Serie A era d’accordo” ha ammesso Abete, sottolineando che l’input allo stop non è partito dalla Lega “bensì da una proposta diretta da parte della Federazione. Abbiamo preso il coraggio a due mani: le comproprietà non saranno più possibili. Il messaggio di politica sportiva è molto chiaro”. “Abbiamo preso l’impegno che nei prossimi mesi verrà fatto un censimento della situazione – ha continuato il n.1 della Figc – ma era evidente l’atipicità di questo istituto nel quadro normativo europeo, e anche in quello fiscale”. Di sicuro se ne tornerà a parlare anche dopodomani (29 maggio) quando tutte le componenti interne del mondo del calcio italiano si riuniranno attorno a un tavolo per discutere del progetto di riforma dei campionati professionistici. “Sappiamo che resta un problema complesso, ma non esistono situazioni di preclusione e resta ferma la volontà da parte di tutti di diminuire il numero di società – ha ricordato Abete -. Il Consiglio ha poi approvato una norma transitoria che consente di non bloccare al 30 giugno il termine dei lavori. Ci sarà invece la possibilità di andare avanti fino al 30 settembre, e le modifiche, nonché i criteri di promozione e retrocessione, deliberati entro questa data andranno in vigore nella stagione sportiva 2015/16”. Sempre a settembre, ma il primo, è stata poi fissata anche l’assemblea statutaria. Sarà l’occasione, ha concluso Abete, “per discutere delle modifiche apportate dal Coni alla giustizia sportiva, del rilancio del calcio femminile, del sistema di governance della federazione, della riforma dei campionati e anche delle seconde squadre”. “Sono tanti argomenti e c’è la volontà da parte delle componenti di vedere se il nostro statuto federale può essere aggiornato – le sue parole – ottimizzato ed essere reso più funzionale alle esigenze che cambiano, con logiche meno vincolanti. E sarà oggetto di riflessione in tal senso anche il discorso legato alle partecipazioni societarie, che magari potrebbero essere l’alternativa alle seconde squadre”.