“La trama della ‘Lezione’ di Ionesco – scrive tra l’altro Quero nelle note di regia – è molto semplice; i dialoghi sono assurdi, come si conviene ad un Maestro del Teatro dell’Assurdo: un professore cerca di impartire lezioni di matematica speciale e di linguistica e filologia comparata delle lingue neo-spagnole ad un’allieva che vuol conseguire il dottorato totale. Una governante sorveglia lo svolgersi della lezione con frequenti incursioni in scena e, forse, è complice dei successivi (e precedenti) accadimenti. C’è un legame irrinunciabile tra il Professore e la Governante. Considero il ‘Dramma Comico’, così definisce Ionesco ‘La lezione’, una metafora sul Potere: in questo caso esso è esercitato attraverso l’uso della Parola, che poco alla volta annichilisce, diventando ripetitiva come in un rito, che sul finale è anche “danza macabra”. Parola che quasi subito perde senso, nel testo di Ionesco, immediatamente dopo la prima, elementare lezione: 1 + 1 = 2; e nel perdere senso, ritorna alla propria origine, cioè ridiventa suono, che ha la capacità di incantare. L’incantamento è come una droga, chi lo subisce può essere usato, manipolato: oggi più di ieri, confusi, sottomessi, piegati come siamo a miliardi di Parole apparentemente significanti, pronunciate da Parolai che detengono il Potere, non quello meramente Politico, ma il più grande e assoluto, quello della Comunicazione”
“La lezione” è prodotta da Gigi Spedale per MarVin Bros.Film Production; aiuto regista è Vincenza Di Vita; musiche di Katia Pesti.
Sala Laudamo, 9 e 10 dicembre, ore 21.00; 11 dicembre, ore 17.30
Prezzi: posto unico 10 euro, ridotto 6 euro