Riceviamo e pubblichiamo
Egregio Direttore, scrivo questa lettera a lei e a tutti i suoi lettori per esprimere il mio disagio
simile a tutti i ragazzi della mia età. Io ho 28 anni, una laurea e una abilitazione professionale ma purtroppo come tanti mi ritrovo a non avere alcuna possibilità di entrare nel mondo del lavoroa con i titoli che ho nelle mie mani, vista la totale stagnazione del mercato del lavoro sia nell’ambito locale che anche fuori dalla nostra Regione.Qualche mese fa ho però avuto la possibilità di lavorare per la più grande impresa di servizi logistici in Italia, naturalmente con contratto a tempo determinato come altre migliaia di ragazzi in giro per la nostra penisola, chiamati a sopperire alla cronica assenza di personale che in questo ente, titolare del servizio universale di corrispondenza, si protrae ormai da anni. Durante il mio periodo lavorativo ho svolto la mia mansione, il portalettere, in maniera esemplare tanto da essere più volte lodato sia dai colleghi più anziani sia dai vari responsabili. Una volta conclusa questa parentesi lavorativa e considerato ch e non ci sarebbero state altre chiamate, vista che l’unica possibilità per rientrarvi e quella di impugnare il contratto e adire alle vie legali osperare in un accordo sindacale che dia vita ad un eventuale graduatoria come già è stato fatto negli anni scorsi, ho deciso pur di non rimanere con le mani in mano sulle spalle dei miei genitori di lavorare per una agenzia di recapito privata, che si occupa della corrispondenza, cosi da sfruttare quanto avevo imparato nei mesi precedenti.
Mi rivolgo quindi all’agenzia che si occupa delle consegne nella zona in cui io abito e che naturalmente conosco (nella zona sud della nostra città) e il titolare mi conferma la richiesta di personale proprio su quella zona molto ostica per loro vista la grandezza e la particolare conformazione, quindi senza chiedermi alcun documento o qualifica e addirittura senza neanche domandarmi come mi chiamassi, mi dice di presentarmi l’indomani a ritirare la corrispondenza
per il primo giorno lavorativo e per avere tutte le delucidazioni riguardo compensi e quant’altro. L’indomani puntuale mi presento e il tizio mi spiega come avverrà il lavoro, mi dice che verrò pagato a cottimo, 0.10 cent a prioritaria e 0.35 cent a raccomandata, ma che le prospettive di guadagno sono ottime paventandomi la possibilità di uscire giornalmente con oltre 350 prioritarie più le raccomandate, mi dice che l’azienda provvederà ad un rimborso di 5€ al giorno per le spese del carburante , visto che le consegne vanno effettuate con il proprio mezzo, e che dopo il primo mese di prova verrò “regolarizzato” con un contratto a progetto.Detto questo inizio l’attività lavorativa ma ben presto mi rendo conto che tutte le cose da lui dette sono solo parole buttate giù a casaccio, infatti il volume postale risulta essere scarso alcuni giorni insignificante ( il caso limite si è avuto un giorno di settembre in cui sono uscito con 14 prioritarie corrispondenti a 1.40€), andavo in giro tutto il giorno subendo anche le lamentele da parte delle persone perché era da oltre 7 mesi che non riceveva quel tipo di corrispondenza (tra cui le bollette di una importante paytv e di una azienda di telefonia il che ha comportato non pochi problemi all’utenza oltre ad estratti conto e quant’altro) a spese mie visto che la promessa del rimborso da parte dell’azienda non si è mai visto cosi come il possibile contratto, anzi a
dirla tutta ad oggi non ho neanche visto quei pochi soldi che ho guadagnato visto che dopo due mesi che ho lasciato il lavoro ancora non sono stato pagato. Onestamente tutta questa storia mi ha fatto capire una volta di più come sia imbarazzante la situazione nella nostra città, dove tutti tendono a vivere sfruttando il lavoro degli altri e tutto ciò risulta essere fortemente demoralizzante anche perché a questa situazione ad oggi non si vede alcuna soluzione.
Uno dei tanti indignati.