Oltre 700 lavoratori del comparto di specialistica ambulatoriale della sanità privata, hanno manifestato, questa mattina, a Catanzaro e 400 strutture (laboratori di analisi, diagnostica, branche a visita) sono rimaste chiuse in segno di protesta, contro i tagli stabiliti nei decreti del commissario “ad acta” della Regione Calabria. Sotto accusa sono finiti alcuni provvedimenti, in particolare, è stato sostenuto, quelli che “hanno ridotto, da 12 a 7, il fabbisogno di prestazioni di specialistica ambulatoriale per abitanti e attuato uno spostamento di fondi verso altri settori, con conseguente rischio di perdita di centinaia di posti di lavoro”.
Al sit-in, svoltosi in piazza Prefettura, hanno aderito Federlab, Anisap, Asa Calabria, Cgil, Cisl, Uil. In piazza, al fianco dei lavoratori, anche Laurie Carelli del consiglio nazionale dell’Ordine dei Biologi.
“Basta scherzare sulla pelle dei cittadini. E’ giunto il momento che anche in Calabria si avvi una seria programmazione del volume regionale delle prestazioni” ha tuonato Gennaro Lamberti, presidente nazionale di Federlab Italia, denunciando “l’esaurimento del budget molto prima del previsto” con il conseguente “sforamento dei tetti di spesa”.
“Si tratta di atti illegittimi che cancellano il lavoro di prevenzione che le nostre strutture garantiscono spostando risorse nell’ospedalità privata” gli ha fatto eco Alessia Bauleo, rappresentante di Federlab Calabria, che poi ha aggiunto: “il risultato è che tra qualche mese saremo costretti a chiudere i battenti o a costringere i calabresi a mettere mano al portafogli per pagare analisi cliniche ed esami di laboratorio (laddove avrebbero potuto averli senza costi), oppure a sobbarcarsi lunghe liste d’attesa negli ambulatori pubblici”.
Una delegazione delle sigle aderenti alla protesta è stata ricevuta in prefettura. “Ci è stata garantita la ripresa del dialogo con il commissario e un incontro con le strutture governative” ha proseguito Bauleo. “Due cose chiediamo: il rispetto del diritto alla salute e la salvaguardiate posti di lavoro. La Regione è la detentrice della programmazione sanitaria. Spetta a lei avviarla, in maniera seria e responsabile” ha concluso la rappresentante di Federlab.