Il sindacato di Polizia Coisp, in una nota, denuncia la sottovalutazione della situazione dell’ordine pubblico nel capoluogo calabrese e critica il Questure Arturo De Felice e la classe politica. “L’ultimo episodio di violenza registratosi nel quartiere S. Maria (il ferimento di un uomo, ndr) – si legge – , non puo’ scomparire dalle cronache solo perche’, per fortuna e per caso, non si e’ trasformato in tragedia. Non puo’ scomparire dalle cronache perche’ ancora una volta ripropone in tutta la sua drammaticita’ un problema sul quale piu’ volte la Segreteria Provinciale catanzarese del Coisp ha cercato di accendere un faro che pero’, dobbiamo notare tristemente si e’ offuscato non appena si e’ spenta l’eco della cronaca, cercando di far sembrare che tutto fosse rientrato nei canoni della normalita’.
Offuscato dalla quotidianita’ e anche dalle parole dei massimi rappresentanti delle Istituzioni – continua il Coisp – che continuano a ripetere che in fondo il livello di criminalita’ del capoluogo e’ fisiologico. Noi non crediamo che sia cosi’.
Sappiamo bene che non esistono isole felici, sappiamo anche che ogni comunita’ deve fare i conti con fenomeni criminali piu’ o meno gravi. Quello che non accettiamo e’ che le soluzioni proposte ai cittadini non vadano nel senso dello sradicamento di certi fenomeni, ma nel senso di una rassegnazione che ci pare quanto meno assurda, ove non nasconda dei compromessi che non possiamo piu’ accettare laddove sia in gioco la sicurezza dell’intera comunita’. Ed e’ bene che l’attenzione sia ancora alta, – aggiunge il Coisp – anziche’ ascoltare il “silenzio assordante” da parte di “politicanti di mestiere” ai quali la problematica sembri non interessare minimamente se non quando si tratta di salire in passerella”. Secondo il Coisp “ci sono quartieri del capoluogo che sono vere e proprie terre di frontiera, dove la legalita’ e’ lontana anni luce, dove gente onesta e’ costretta a convivere con la delinquenza quotidiana, dove c’e’ qualcuno che si sente autorizzato ad andare in giro con una pistola e vendicarsi, sparando su un ignaro e onesto cittadino, di un presunto sgarro che avrebbe messo in discussione la sua leadership di padrone del territorio”. (AGI)