Giunta al considerevole traguardo della XV edizione, la manifestazione si presenta come la rievocazione di usi, tradizioni, mestieri, rituali e rappresentazioni della cultura serrastrettese proponendo ai visitatori un viaggio suggestivo e affascinante nella Serrastretta di fine Ottocento.
Personaggi in costume d’epoca e allestimenti scenografici degli ambienti contadini e artigiani, animeranno in questi due giorni i caratteristici vicoli, le accoglienti piazzette e gli incantevoli scorci del centro storico in un inedito percorso urbano che vedrà come baricentro e punto nodale il restaurato Palazzo Pingitore e la nuova Piazza San Martino – siti entrambi nella zona dei “pendina”, come viene chiamata la parte bassa del paese nel dialetto locale.
Nell’ambito della manifestazione, quindi, un momento particolarmente rilevante sarà dato dall’inaugurazione e dall’apertura al pubblico del Palazzo Pingitore e del Museo della civiltà contadina e artigiana, alla quale presenzierà il Presidente della Regione Calabria On. Gerardo Mario Oliverio, resa possibile dai lavori di restauro realizzati dal Comune di Serrastretta tramite l’operazione denominata “Centro Servizi e logistica per la filiera del legno – Sedia – Arredo” per un importo complessivo di € 400.000,00, e finanziata dal POR Calabria FESR 2007-2013 nell’ambito dei Progetti Integrati di Sviluppo Locale (PISL).
Agli oltre 100 figuranti che danno vita alla manifestazione, spetta il compito di mettere in scena le vicende quotidiane che scandivano i momenti della comunità, i particolari passaggi sociali, tragici eventi divenuti celebri nonché le più radicate e antiche credenze popolari, facendo così da contraltare agli ambienti che vengono fedelmente riscostruiti all’interno delle tipiche viuzze del borgo calabrese: “u varrilaru” (il barilaio), “u fhaligname” (il falegname), “u seggiaru” (il sediario), “a jinostra” (la lavorazione della ginestra), “u tilaru” (il telaio tessile), solo per citare alcuni degli ambienti presenti.
Tra le rappresentazioni proposte dagli organizzatori, particolare menzione merita “l’accippamiantu, trasutu e rifiutatu”, ovvero il rito del fidanzamento che consisteva nel porre un grosso ceppo di legno davanti la porta di casa dell’amata e che poteva essere accettato dal padre, quindi “trasutu”, o altrimenti rifiutato. A seconda di quello che era l’esito, ne seguivano serenate d’amore, da parte dei suonatori che accompagnavano il pretendente, oppure di sdegno e dispetto.
Altro momento caratteristico della manifestazione – oltre alla emozionante sfilata della “dote nuziale”, come sempre prevista a conclusione delle due serate sul centrale Corso Garibaldi – è dato dalla messinscena de “l’affascinu”, credenza fortemente radicata in tutto il meridione. Un qualsiasi segno di indisposizione o di malessere, veniva automaticamente diagnosticato come “affascinu”, vale a dire quell’influenza malevola che alcune persone si pensava emanassero per cattiveria, invidia, vendetta o involontariamente con gli occhi (‘u maluocchio) quando restavano particolarmente colpiti dai pregi fisici di un’altra persona. Ad esserne maggiormente colpiti, sempre secondo tali credenze, erano in particolare i bambini ed è per questo che ancora oggi quando si guarda un bambino e si parla della sua bellezza si pronunciano frasi del tipo: “fhore mal’uocchiu” o “benedìca”.
Il programma delle due giornate prevede l’apertura al pubblico dei percorsi guidati negli ambienti intorno alle ore 18,00. Dalle ore 20,00 sarà possibile degustare i piatti ispirati alla cucina tipica serrastrettese. Alle 21,30 sarà la volta della sfilata del corteo nuziale su Corso Garibaldi, mentre dalle 22,00 in poi le serate verranno allietate in Piazza Pitagora da concerti di musica popolare.