Il gup reggino Massimo Minniti ha rinviato al 13 gennaio l’udienza preliminare nei confronti delle sette persone coinvolte nell’inchiesta sulla morte dell’operaio trentunenne, Matteo Armellini, di Roma, avvenuta il 5 marzo 2012. L’operaio è morto mentre era impegnato nell’allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini che si sarebbe dovuto tenere nel Palazzetto dello Sport di Reggio Calabria.A causa di una mancata notifica di un atto, l’udienza è st ata rinviata. Nei mesi scorsi il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e il pm Rosario Ferracane avevano chiesto il rinvio a giudizio per Sandro Scalise, Franco Faggiotto, Pasquale Aumenta, Ferdinando Salzano, Maurizio Senese e Marcello Cammera accusati di omicidio colposo. Il processo era stato chiesto anche per Gianfranco Perri, l’unico non accusato di omicidio colposo. Nel crollo della struttura metallica di quasi 22mila chilogrammi e composta da sei pilastri reticolari, il 5 marzo del 2012 mentre svolgeva il suo lavoro di rigger nell’allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini, perse la vita il giovane trentenne Matteo Armellini. Per la Procura della Repubblica le sette persone persone indagate e le due società la F & P Group Srl, di Salzano, e la Italstage Company, di Aumenta, avrebbero omesso di adottare tutti i controlli e le cautele doverose che avrebbero potuto impedire il collasso della struttura metallica A distanza di oltre due anni dalla tragedia, gli atti arrivano al gup che dovrà decidere o meno di rinviare a giudizio gli imputati di fronte al giudice monocratico reggino; il giudice inoltre visionerà anche le annotazioni raccolte dalla Procura sulla due società. Qualora dovesse essere accertata la responsabilità colposa, le due società dovrebbero risarcire il danno sotto il profilo economico. Stando alla tesi della Procura, Salzano, in particolare, quale rappresentante della F & P Group, committente esclusiva dei lavori di allestimento del palco alla Italstage, non avrebbe proceduto alla nomina di un direttore dei lavori “che avrebbe – scrive il pm Ferracane nell’avviso di conclusioni dell’indagine – da un lato rilevato i gravi errori e le evidenti omissioni presenti nell’elaborato redatto dall’ingegnere Franco Faggiotto, dall’altro lato vigilato sulla corretta esecuzione dell’opera”. Faggiotto avrebbe redatto una progettazione errata e carente, priva di alcuna verifica. Per il pm la colpa dell’Italstage sarebbe “consistita in negligenza, imprudenza, ed imperizia, nonché avrebbe violato le norme sulla prevenzione degli infortuni”. Per quanto riguarda la posizione dell’architetto Marcello Cammera, dirigente del Comune di Reggio Calabria con riferimento al Settore Progettazione ed Esecuzione dei Lavori Pubblici, il pm scrive che avrebbe omesso di “adottare un provvedimento di inibizione all’inizio dei lavori di costruzione della struttura metallica all’interno del palazzetto, dopo la consegna dell’impianto, di immediata sospensione dei medesimi lavori, non segnalando inoltre il pericolo grave e imminente di un crollo (poi avvenuto) della costruenda struttura metallica ai soggetti a vario titolo nell’organizzazione e realizzazione dell’evento musicale e/o alle autorità amministrative competenti”. E ciò, sempre secondo gli inquirenti, pur non avendo la disponibilità degli elaborati tecnico-progettuali relativi all’impianto sportivo, in assenza di un nulla osta della Commissione Provinciale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo e intrattenimento e avendo ricevuto il progetto contenenti numerose irregolarità.(a.p.)