L’Assemblea Regionale ha bocciato l’emendamento presentato da Liliana Frascà sulla la doppia preferenza facoltativa: favorevoli solo 7 consiglieri Regionali,
mentre i restanti 37 hanno votato contro. In sostanza, una risposta che ci aspettavamo tutti, avendo considerato in un recente incontro tenutosi presso la Sala G.Levato la persistente resistenza del genere maschile ad accettare la donna in tutti gli ambiti lavorativi dirigenziali ma in particolar modo nel mondo della politica. Naturalmente fatte le dovute eccezioni. Nella seduta di ieri si è ritornati indietro di parecchi decenni proprio perché i Consiglieri Regionali erano tutti uomini. Dov’è finito il piglio di quella sinistra che ha condotto grandi battaglie a favore della parità dei diritti e dell’emancipazione? E si, ieri, una Regione governata dal Centrosinistra, accanto alla legge elettorale e all’abolizione del listino di grande valenza democratica, si è ripiegata su se stessa nel momento in cui ha paventato il “grande pericolo” di eventuali altre donne elette. Il progresso mentale è veramente difficile da raggiungere con il solo genere maschile al timone.
Avevamo i numeri e ci siamo bocciati noi stessi.
I prossimi candidati regionali uscenti che si sono resi primi attori di questa bocciatura, non potranno certo, nei loro programmi elettorali sbandierare un impegno a favore della società, delle famiglie, delle fasce deboli, perché comunque in tutti questi ambiti il genere femminile è presente ed attento. Vedremo cosa diranno i candidati a giustificazione di questo diniego, senza incorrere in ipocrisie palesi ed inaccettabili. Faranno programmi solo per gli uomini e i figli maschi?
Staremo a vedere.
Da oggi le donne hanno un motivo in più per scegliere una donna in prossimità dell’urna. Questa sarebbe una vera risposta.
Tina Tripodi
Vice Presidente Consiglio Provinciale